Lettera inviata da Bologna il 23 giugno 1854. Bertoloni invia il fascicolo IV del tomo IX della Flora. Spera che Moris abbia fatto proseguire la domanda del nipote Cesare Franchini.
Lettera inviata da Bologna il 19 aprile 1854. Bertoloni ritorna sul problema della raccomandazione del nipote Cesare, di cui alla lettera 31.10. Raccomanda a Moris di non affidare la pratica solo al Conte Cattani, troppo lento nelle sue operazioni. Infatti un altro nipote di Bertoloni, Carlo, che ha studiato a Bologna da ingegnere, ha inviato da tempo a Cattani i diplomi conseguiti per ottenere l’abilitazione a perito agrimensore, e attende ancora risposta.
Lettera inviata da Bologna il 15 marzo 1854. Bertoloni prega Moris di ricordarsi di raccomandare al Conte di Pollone, Direttore primario della Posta delle Lettere, il nipote Cesare Franchini, figlio del genero fu Dott. Franchini Leonardo e di sua figlia Isabella. Il nipote vorrebbe avere il posto di aspirante volontario nell’ufficio postale di Sarzana, rimasto vacante.
Lettera inviata da Bologna il 15 marzo 1847, in cui si dichiara molto preoccupato perché una Compagnia Francese cerca di ottenere l’autorizzazione ad impiantare una salina a Marinella vicino a Sarzana. Una deputazione della città verrà a Torino per chiedere a Sua Maestà di non concedere il permesso. Si raccomanda a Moris e al Cav. di Saluzzo di facilitare l’udienza della delegazione presso Sua Maestà.
Lettera inviata da Bologna il 10 luglio 1842. Bertoloni si recherà a Firenze per studiare il genere Rubus. Al ritorno passerà a Sarzana per salutare la figlia e fare qualche bagno. Ha visto Baruzzi, il quale ha scritto al Cav. di Saluzzo per la faccenda del marmo di Pinerolo. Invita Moris, tornando da Padova, di venire a Bologna per ammirare una statua meravigliosa che Baruzzi sta preparando. Bertoloni chiede a Moris chiarimenti su alcune specie del genere Rosa.
Lettera inviata da Bologna il 27 giugno 1842. Bertoloni è preoccupato che non sia pervenuto a Moris e a Colla l’ultimo fascicolo della Flora. Non ha visto Baruzzi e pertanto non ha potuto fargli l’ambasciata. Parlerà con il Prof. Gherardi per il problema che Moris gli ha segnalato.
Lettera inviata da Bologna il 13 giugno 1842. Bertoloni ha spedito il primo fascicolo del tomo IV della Flora. Il genero Franchini rinnova a Moris preghiera di cercare di convincere il Presidente degli Studi ad istituire la Scuola di Filosofia e Geometria a Sarzana.
Lettera inviata da Bologna l’8 giugno 1842, dove Bertoloni ricorda a Moris di spedirgli la croce piccola dell’Ordine di Savoia. Chiede notizie di Bonjean.
Lettera inviata da Bologna l’8 maggio 1842. Bertoloni si rammarica di dover rinviare, poiché Carlo Alberto è a Genova, il viaggio a Torino per la consegna della croce grande dell’onorificenza ricevuta. Ha già pronto l’abito nero dritto; Moris dovrà soltanto prestargli cappello e spada. Dopo un commento su Bellis perennis, comunica cha a Firenze Tenore è stato nominato Professore di Botanica al Liceo, Direttore del Giardino Botanico di Boboli e Conservatore dell’erbario. Occorrerà ”mettergli le briglie”, affinché non precipiti, come ha fatto nel libro recentemente pubblicato a Parigi.
Lettera inviata da Bologna il 19 aprile 1842. Bertoloni ha trovato per il Cav. Saluzzo in casa Marescalchi il trattato di Drumont de Melfort, che per dimenticanza non era stato inviato in precedenza.
Lettera inviata da Bologna il 5 aprile 1846. Bertoloni si stupisce che Moris non abbia tutti i fascicoli dei Nuovi Annali delle Scienze Naturali, avendoli mandati con quelli della Flora. Vengono riprese osservazioni sul Genere Orobanche, due delle quali sono specie descritte da Moris. Bertoloni lo invita a fidarsi delle sue determinazioni, avendo avuto modo di studiare a fondo le 29 specie italiane.
Lettera spedita da Bologna il 26 febbraio 1846. Bertoloni comunica a Moris che la figlia si è sposata. Chiede commenti su due specie di Orobanche che Moris a suo tempo ha inviato dalla Sardegna. Sollecita l’invio della Flora di Nizza di Risso, per poter concludere il nuovo fascicolo della Flora. Segue accurato elenco di debiti e crediti di Bertoloni e Moris.
Lettera inviata da Bologna il 6 gennaio 1846. Bertoloni augura buon anno a Moris e famiglia. Sollecita una sua risposta sulle Orobanche. Pensa che Orobanche “a minore diversa” inviatagli a suo tempo da Moris dalla Sardegna sia l’O. canescens di Presl e di Gussone. Bertoloni vorrebbe sapere su quale pianta è stata trovata parassita.
Lettera inviata da Bologna (di villa) il 17 settembre 1845. Bertoloni sta trascorrendo le vacanze in villa; ha finito il lavoro su Orobanche, dopo avere messo a mollo nell’acqua fresca i fiori di ognuna, per poterne evidenziare stami e stilo. Critica Reichenbach, che nella Centuria Settima sulle Orobanche ha fatto “qualche imbrogliaccio”. Critica altresì Vaucher le cui figure sono orribili; Bertoloni è però riuscito ad avere da lui gli esemplari di molte sue specie. Seguono osservazioni su nove specie di Orobanche
Lettera inviata da Bologna il 14 luglio 1845. Bertoloni chiede a Moris di vedere se nell’erbario di Bellardi è presente l’esemplare di Pedicularis fasciculata citata nella sua Appendix, e di controllare se la determinazione è esatta. Fa gli auguri a Moris per il prossimo viaggio a Parigi.
Lettera inviata da Bologna il 2 giugno 1845. Bertoloni invia a Moris il fascicolo secondo del tomo VI della Flora. Ha saputo da Baruzzi che Moris ha ricevuto la Flora di Nizza di Rissò; prega di consegnare il volume al Marchese Danzi, che lo porterà a Bologna. Baruzzi andrà a Carrara a comperare il marmo.
Lettera inviata da Bologna il 12 maggio 1844. Bertoloni riferisce che Baruzzi è tornato da Torino “allegro e contento” per l’esito della riunione a proposito della statua di Sua Maestà. Ha portato con sè il secondo volume della Flora Sardoa di Moris, che Bertoloni giudica eseguito con la consueta precisione. Baruzzi ha portato anche alcuni libri per i Professori Alessandrini, Medici e Grimelli. Dopo tanta siccità, è arrivata finalmente la pioggia.
Lettera inviata da Bologna il 2 aprile 1844. Bertoloni ha saputo che alcuni artisti torinesi si sarebbero offerti di eseguire la scultura ideata da Baruzzi, togliendogli l’effetto principale della celebrità del lavoro. Si dice indignato “della vigliaccheria di que’ vergognosi artisti”.