Lettera inviata da Genova il 26 maggio 1842. De Notaris comunica a Moris che nel pacco di libri mandati da Tenore [vedi lettera n. 423.10], ve ne sono anche alcuni per il cavaliere Monticelli a Milano. Con la lettera ha spedito il testo dell’ultima sua decade sui micromiceti. Nella causa di Bollo il relatore sarà il cavaliere Lavagna; De Notaris chiede a Moris di sollecitarlo per chiudere la faccenda il più presto possibile.
Lettera inviata da Genova il 21 maggio 1842. De Notaris è tornato da una breve vacanza ed enumera a Moris le poche piante che è riuscito a trovare. Gli manderà Serapias triloba di Viviani, che egli propone di chiamate S. turia, dal nome del farmacista Turio di Chiavari, che illo tempore pubblicò un elenco delle piante locali e che ritiene sarà presto citato da Bertoloni. La pianta di Viviani è molto diversa da Serapias. Suggerisce a Moris, se mai mandasse Lisa nel Vercellese e nel Novarese, di dirgli di esplorare anche i colli di Arona, Borgomanero e Gattinara. I figli di Viviani vorrebbero completare l’opera sui funghi del padre; De Notaris chiede a Moris che cosa si potrebbe fare per accontentarli. Chiede inoltre se non sia possibile accelerare la conclusione della causa di Bollo. Ha ricevuto i semi di Koch, che gli comunica l’intenzione di preparare un supplemento di Synopsis. Ha ricevuto Histoire Physiologique des Plantes, di Vaucher, di cui è rimasto molto deluso.
Lettera inviata da Genova il 27 aprile 1842. De Notaris ringrazierà il conte Gallina e il cavaliere Carena che gli hanno comunicato che Sua Maestà ha approvato le deliberazioni del Consiglio, di cui già Moris l’aveva informato. Tenore manderà da Napoli un pacco di libri, da consegnare in parte a Moris e in parte a Moretti. De Notaris si compiace che Cesati, Gazzera e Bertoloni siano stati insigniti della Croce al Merito.
Lettera inviata da Genova il 3 gennaio 1842, in cui De Notaris si scusa con Moris per avergli mandato in ritardo gli auguri per l’anno nuovo, a causa della grave malattia del nonno della moglie. Il dottor Bruera di Oliena manderà a De Notaris per Moris una botticina di vino e un capriolo (De Notaris non sa se vivo o morto!), che si farà premura di spedire a Torino. Il marchese Serra non ha ancora posto l’imprimatur sul catalogo dei semi. De Notaris fa alcune osservazioni su piante raccolte per l’erbario.
Lettera inviata da Genova il 6 gennaio 1852. Lo scrivente ringrazia Moris e Peveraro per avere tolto Gennari da una posizione precaria. Si stanno sgombrando le stanze del protomedicato e presto De Notaris ne verrà in possesso. De Notaris vorrebbe che Clementi fosse aiutato; dovrebbe occuparsene il signor Aporti, oppure il ministro potrebbe destinarlo direttamente ad un impiego nel museo genovese. Clementi è un esule di riguardo e andrebbe favorito.
Lettera inviata da Genova il 18 dicembre 1856. De Notaris ha presentato al Consiglio universitario la relazione circa i lavori da farsi nel nuovo orto botanico. Ha chiesto lavori in grande, pur sapendo che si trattava di speranze per il futuro. Ha anche chiesto che venga sloggiato il conduttore della villa di Pietra Minuta. Il Consiglio l’ha invitato a presentare una perizia dei lavori progettati e gli ha chiesto entro quanto tempo l’alloggio della villa deve essere lasciato libero. Il tutto sembra a De Notaris una commedia. Purtroppo nel Consiglio siedono tre preti genovesi.
Lettera inviata da Genova il 6 dicembre 1856. A Moris interesserebbe vedere una Statice di Sanremo. De Notaris si impegna di chiederla a Panizzi e ringrazia Moris per avere segnalato al ministro l’incresciosa situazione dell’affittuario delle villa di Pietra Minuta. De Notaris ringrazia altresì Moris che gli ha promesso di mandargli parecchie piante della Sardegna e lo ricambierà con crittogame raccolte nell’anno in corso. Si lamenta che i saggi delle tavole della sua IX decade siano orrendi, se paragonati a quelle di di Tulasne e Thuret.
Lettera inviata da Genova il 7 novembre 1856. De Notaris ha saputo della definitiva acquisizione da parte dell’Università della villa di Pietra Minuta e il Consiglio gli ha chiesto quanto occorrerà per ridurre la villa all’uso destinato. Bisognerebbe però fare sapere al ministro che il presidente del Consiglio universitario vorrebbe continuare a riservare al presente affittuario l’alloggio, lasciandogli anche un pezzo di terreno per coltivarsi ortaggi e per tenervi due vacche. De Notaris è stato accusato di volere gettare sulla strada un’intera famiglia. Il presidente potrebbe però fare avere a questa persona un’indennità o un posto di spazzino all’Università, e non concedergli dei gratuiti favori. In un P.S. De Notaris raccomanda a Moris G. B. Macchiavelli di Sarzana, che vorrebbe avere un posto gratuito nel Collegio della Provincia, essendo la famiglia priva di beni di fortuna.
Lettera inviata da Miasino il 13 ottobre 1856. A giorni partirà da Miasino per andare a Novara e ad Arona, e poi tornerà direttamente a Genova, senza passare a salutare Moris a Torino. Spera di ricevere 200-250 lire per le escursioni effettuate. Se questa cifra non gli verrà assegnata anche per l’anno venturo, De Notaris teme che non riuscirà ad andare in vacanza. E’ curioso di conoscere il nuovo regolamento degli studi farmaceutici, di cui gli ha parlato lo speziale di Orta, fratello del defunto professore Rocco Ragazzoni.
Lettera inviata da Miasino presso Orta il 20 settembre 1856. De Notaris segnala a Moris un suo giovane amico, Carlo Fossati, che chiede gli sia confermata la laurea per potere esercitare nei Regi Stati. Si fermerà a Miasino sino a metà ottobre. Sta raccogliendo parecchie crittogame, di cui farà parte a Moris. In uno spazio libero è presente un appunto, di grafia Moris: “domanda trasmessa il 20 dello scorso mese al Consiglio Universitario di Genova pel suo parere”.
Lettera inviata da Genova il 30 maggio 1856. De Notaris informa Moris che l’attuale incaricato di Pietra Minuta ha il fortissimo appoggio del reverendissimo Presidente, ma bisognerebbe egualmente fare in modo che detta persona non rimanesse “tra le coste”. Gli si potrebbe dare un’indenntà, ma non l’alloggio, di cui ha bisogno il Canepa, che ammuffisce da più anni con la famiglia in un malsano bugigattolo.
Lettera inviata da Genova il 23 maggio 1856. De Notaris ha saputo che il responsabile di Pietra Minuta è stato licenziato e pertanto spera che il progetto di ampliamento dell’orto venga approvato rapidamente. Si dice che la predetta persona ha fatto domanda al presidente del Consiglio Universitario per essere assunto come garzone giardiniere all’orto, onde conservare l’alloggio in cui abita al presente. De Notaris prega Moris di fare sapere al ministro che si tratta di persona inetta e ignaro delle cose di orticoltura: sarebbe per l’orto un peso e non un sussidio. Inoltre, se non si liberasse l’alloggio, si impedirebbe di assegnarlo al sotto-giardiniere Giuseppe Canepa, attualmente alloggiato in stanzacce malsane. Se vi fossero nuove nomine, il figlio di Canepa, studente al Collegio Nazionale e nel tempo libero praticante giardiniere all’orto, potrebbe essere assunto. De Notaris ha avuto un forte dolore al petto ed ha temuto di morire.
Lettera inviata da Genova il 6 agosto 1851. De Notaris fa una lunga disquisizione su un campione di uva colpito da miceti, mandatogli da Moris. A suo avviso si tratta di contaminanti diversi da quelli di cui si è parlato nella lettera 242.7. De Notaris dubita che la polvere farinacea la causa della malattia della vite; pensa piuttosto che la presenza dei funghi sia uno dei tanti effetti sulla vegetazione dovuti a particolari condizioni climatiche. Il fenomeno è analogo a quello che ha colpito anni prima i pomi di terra. In Liguria sono soprattutto colpite le viti nei terreni bassi e umidi. A Nizza sono colpite anche le melanzane e i pomodori.
Lettera inviata da Genova il 18 aprile 1856. L’Università non trova la mappa dell’orto botanico e della villa di Pietra Minuta [si tratta di costruzione agricola nella zona di Pietra Minuta, così chiamata probabilmente per la composizione del terreno], per cui De Notaris fa uno schizzo che manda a Moris, per spiegargli come detta villa debba essere parte dell’orto, e pertanto l’Università non deve disfarsene. De Notaris spera di avere un sussidio per la sua permanenza a Craveggia dove, contemporaneamente alla cura delle acque, potrebbe compiere escursioni e raccogliere piante per l’erbario genovese.
Lettera inviata da Genova il 15 aprile 1856. De Notaris ha saputo da Lessona, di ritorno da Torino, che il ministro, incontrato per caso, gli ha detto che si sta discutendo dell’ampliamento dell’orto genovese. Ha saputo che Lessona, come compenso trimestrale per la direzione del museo, ha ricevuto già dall’inizio il massimo dello stipendio, mentre lui ha dovuto aspettare ben 12 anni. De Notaris, nonostante l’estrazione di un dente, continua ad avere tumefazione ascessuale della mandibola inferiore. Elenca poi una serie di altri piccoli guai che negli ultimi tempi rendono sempre più precaria la sua salute. Appena finita la scuola ha intenzione di praticare una cura con acque solforose e marziali, come gli è stato suggerito anche dal dottore Bertani, a Crodo e Craveggia.
Lettera inviata da Genova il 27 marzo 1856. De Notaris si augura che entro l’anno Moris completi la trattazione delle dicotiledoni per la sua opera sulle piante sarde, così piena di osservazioni esatte e di critica giudiziosa, contrariamente a quanto avviene nei lavori contemporanei, caratterizzati da precipitazione e leggerezza. Vi è poi la mania di moltiplicare generi e specie, come ad esempio ha fatto Jordan, che si vanta di avere distinto ben 800 specie di Hieracium. De Notaris prega Moris di incaricare Lisa di tenergli da parte alcune piante della Sardegna, che elenca, sempre che ve ne siano in esubero.
Lettera inviata da Genova il 15 marzo 1856. Tramite Travella, che verrà a Torino per la Pasqua, De Notaris manda a Moris i semi richiesti e gli restituisce i due volumi di Kunth. Chiede, al ritorno di Travella, di prestargli nuovamente Tentamen Hydrophytologiae Danicae di Lyngbye. De Notaris spedirà presto i suoi semi, con quelli di Moris, a Napoli per il cavaliere Tenore. Comunica a Moris il prezzo del primo volume dei Licheni Italiani di Massalongo, che è di 12 lire austriache.
Lettera inviata da Genova il 20 febbraio 1856. De Notaris esprime nuovamente le sue preoccupazioni per la salute di Moris e per il rischio da lui corso di perdere una parte cospicua dei suoi averi. Per essere felici sarebbe necessario non essere onesti! De Notaris ricorda il comportamento dello zio di sua moglie, che ha spogliato la nipote, sua moglie e la sorella della parte migliore dell’eredità paterna. L’umanità è divisa in due classi: lupi ed agnelli, ladri e derubati!
Lettera inviata da Genova il 17 febbraio 1856. De Notaris si rallegra che la salute di Moris sia buona. Gli manderà appena possibile i muschi delle isole intermedie del professore Travella. De Notaris ha ricevuto per l’erbario genovese molte piante raccolte in Sicilia dai fratelli Huet. E’ contento della soppressione dei Consigli Universitari: non servivano a nulla! Però gli è stato fatto uno “sfregio”, perché il merito di anzianità, concesso ai Travella, ai Garassini ecc., spettava a lui, che già contava sui proventi per acquistare un nuovo microscopio Oberhauser. Si allestirà a Genova un laboratorio di chimica per il professore Canizzaro che – a quanto pare – “non è poi l’inventore della Chimica”! Non passeranno due anni e il laboratorio sarà abbandonato, mentre gli impiegati non hanno quanto è necessario per vivere.