Materiali relativi alla traduzione in lingua italiana della seconda edizione de A History of Painting in North Italy di Joseph Archer Crowe e Giovanni Battista Cavalcaselle (Londra, John Murray, 1912; 3 volumi). Il progetto risulta curato da Castelnuovo e Mina Gregori, con il coinvolgimento in un secondo momento di Carlo Volpe; traduzione di Alvar González-Palacios e Luigi Dal Fabro. Per ogni capitolo doveva essere predisposto un apparato di note di aggiornamento, in capo a un esperto selezionato dai curatori o a gruppi di studenti dell’Università di Firenze e di Bologna, che svolgevano il lavoro come esercitazione in vista dell'esame di Storia dell'arte medievale e moderna.
Si conservano
carteggio tra Castelnuovo e Mina Gregori, curatori dell'opera, relativi all'organizzazione dell'impresa editoriale, al coinvolgimento di Carlo Volpe e alla scelta dei traduttori e degli esperti cui affidare l’aggiornamento dell’apparato di note dei capitoli, 28 febbraio-23 settembre 1961 (6 lettere di cui 2 senza data, probabilmente riconducibili allo stesso anno);
indici dell’opera, con indicazione degli autori cui doveva essere affidato l’aggiornamento dei capitoli, 1963;
conteggi delle pagine e delle battute;
capitoli tagliati dal libro, recanti sulla coperta riferimento al curatore cui erano destinati: Jacobello-Donato (I.1, Bologna?), I muranesi (I.2, F. Bologna), Jacopo Bellini (I.6, Castelnuovo), I vicentini (II.5), Napoletani, siciliani e Antonello da Messina (II.11, Causa), Sebastiano del Piombo (III.4, Griseri) e Lorenzo Lotto (III, 8, Antonio Boschetto).
traduzione del testo e delle note dei primi cinque capitoli del terzo volume (Giorgione, Pittori del Friuli, Pordenone, Sebastiano del Piombo, I bresciani).
Lettera di Laclotte a Castelnuovo: annuncia la prossima pubblicazione sulla «Revue du Louvre et des Musées de France» [1] di un articolo su una tavola nei depositi del Musée du Louvre di Millard Meiss, che la attribuisce alla cerchia di Matteo Giovannetti, sottolineandone le affinità con gli affreschi della Cappella di San Marziale del Palazzo dei Papi di Avignone [2]. D’accordo con Sylvie Béguin, a fronte del fatto che il dipinto si presenta in pessimo stato di conservazione, non concorda col giudizio e — più generalmente — con le critiche mosse a Castelnuovo, apostrofato da Meiss come "embotteld avignonist" per aver eccessivamente sottolineato l'apporto dato da Avignone all’evoluzione della pittura del XIV secolo in Francia [3]. Laclotte chiede quindi a Castelnuovo un parere sull'opera, riportando che secondo Carlo Volpe, pur presentando influssi riconducibili a Giovannetti, non era di scuola italiana bensì spagnola.
Lettera di Laclotte a Castelnuovo: ancora in attesa della voce enciclopedica sulla pittura gotica che Castelnuovo doveva redigere per il Petit Larousse de la peinture [1], Laclotte comunica che la redazione del dizionario aveva riassunto il suo contributo sull'attribuzionismo già edito nell’Enciclopaedia universalis, al fine di ripubblicarlo [2]. Chiede quindi di rivedere le bozze e fare alcune aggiunte in merito ai cataloghi di vendita del XVIII secolo e alle figure di alcuni conoscitori (Mariette, Cavalcaselle, Thoré, Longhi e i suoi allievi).