Area dell'identificazione
Tipo di entità
Ente
Forma autorizzata del nome
Legione universitaria di Torino “Principe di Piemonte”
Forma(e) parallele di nome
Forme normalizzate del nome in conformità ad altre regole
Altra(e) forma(e) di nome
- I Legione universitaria “Principe di Piemonte”
- Coorte universitaria
- La Rampante
- Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale (MVSN) - 1a Legione Universitaria Principe di Piemonte
Codice identificativo dell'ente
Area della descrizione
Date di esistenza
1925 ? - 1943?
Cronologia
La legione universitaria “Principe di Piemonte” fu una formazione paramilitare studentesca inserita entro i ranghi della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale. Attiva come coorte almeno dal febbraio 1926, ma forse fondata già l’anno precedente, sino agli anni Trenta limitò le sue attività alle periodiche adunate, alle esercitazioni e al servizio di parata nelle ricorrenze che vedevano la partecipazione degli studenti dell’Università e degli Istituti superiori. Come negli altri atenei, anche a Torino la milizia universitaria nacque come frutto di autonome iniziative degli alti gradi dei reparti ordinari della M.V.S.N., in applicazione della “Riforma Gentile” che concedeva la costituzione di formazioni militari per il controllo dell’ordine entro le università.
Nel 1929 Augusto Turati, segretario del P.N.F., promosse una prima riforma dell'intero comparto, istituendo l’Ispettorato generale della Milizia universitaria con sede a Roma e designando Roberto Maltini capo di stato maggiore. Nello stesso anno la coorte torinese, ai comandi di Italo Ingaramo, ebbe il primo ufficiale riconoscimento in città: in occasione dell’anniversario della fondazione dei Fasci prestò regolare turno di guardia a Palazzo Reale al fianco dei corpi dell’esercito. All’inizio del 1930 il reparto si trasferì con gli uffici della Federazione fascista nella nuova Casa Littoria e a febbraio prese la titolazione “Principe di Piemonte”, in onore del principe Umberto, secondo il desiderio degli stessi goliardi.
Una seconda e definitiva riforma della milizia universitaria su scala nazionale fu completata nel settembre 1931, con l’istituzione di cinque legioni (Torino, Milano, Firenze, Roma e Napoli); nelle altre città universitarie le formazioni paramilitari studentesche conservarono invece il loro stato di coorti (undici) e centurie (dieci). Da questo momento l’iscrizione fu subordinata a quella al P.N.F. e ai Fasci giovanili di combattimento: nonostante il carattere universitario delle formazioni, la sola appartenenza ai G.U.F. non era più sufficiente a garantire l’accesso ai suoi ranghi, che a questa data erano giunti a ospitare un totale di circa tredicimila aderenti. A Torino, la legione “Principe di Piemonte” giunse a contare nel gennaio 1932 tremila iscritti, comandati dallo studente di Giurisprudenza Mario Vedani e da trentacinque ufficiali. La formazione rimase attiva almeno sino al 1943.
Luoghi
Stato legale
Funzioni, occupazioni, attività
Mandato/Fonti autoritative
Articolazioni interne/Genealogia
Contesto generale
Area delle relazioni
Area dei punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Occupazioni
Area del controllo
Identificatore del record di Autorità
Codice identificativo dell'istitituto conservatore
Norme e convenzioni utilizzate
Stato
Finale
Livello di completezza
Minimo
Date di creazione, revisione, cancellazione
22 marzo 2021
Lingue
Scritture
Fonti
- La prima segnalazione della centuria universitaria è stata trovata nell’articolo: Sciatori universitari torinesi, «Gazzetta del Popolo», 25 febbraio 1926, p. 6;
- La guardia a Palazzo Reale. La Milizia della Coorte Universitaria presta servizio per la prima volta, «Gazzetta del Popolo», 24 marzo 1929, p. 6;
- Oggi arrivano i Principi sposi, «Gazzetta del Popolo», 2 febbraio 1930, p. 6;
- Goliardismo armato. La Legione universitaria passata in rassegna dal Comandante generale Mozzoni, «Gazzetta del Popolo», 25 gennaio 1932, p. 2;
- L. La Rovere, Storia dei Guf. Organizzazione, politica e miti della gioventù universitaria, Torino, Bollati Boringhieri, 2003, pp. 127-30.