Lettera inviata da Cagliari il 24 marzo 1840. Data la cronica malattia da cui è affetto il professor Cossu, è molto probabile che lo scrivente, già supplente fisso della sua materia, debba occuparsi di sostituirlo per un lungo periodo di tempo. Pertanto chiede a Moris su quali testi sia più opportuno aggiornarsi. Ugo sinora si è documentato sul testo di Alibert, già adottato da Cossu, e su quello di Franchi, più adatto alla patologia italiana. Non conosce però il Barbier, vantato da molti, su cui vorrebbe avere il parere di Moris.
Lettera inviata da Genova il 18 dicembre 1839. De Notaris dice a Moris che aveva ragione a dirgli che cambiando paese gli sarebbero venute nuove malattie. Gli è infatti spuntato un noiosissimo tumore alla gamba, che sta curando con empiastri e dieta. Deve ancora rimandare la sistemazione del nuovo alloggio e non può pertanto avere a disposizione i suoi libri. Ritorna sulle difficoltà ad organizzare la sistemazione dell’Orto Botanico. Invia i saluti a Genè e Sismonda.
Lettera inviata da Monza il 26 marzo 1844. Assieme alla lettera, Manetti manda parte dei semi richiesti. Ne mancano, perché Moris per errore ha chiesto a Monza semi del catalogo di Modena. Manetti si rallegra per il lieto evento di Casa Reale.
Lettera inviata da Parigi il 13 giugno 1837. De Jussieu ringrazia Moris per il dono del volume di Flora Sardoa. Ha consegnato a Mirbel la copia a lui destinata. Il lavoro verrà certamente segnalato a mezzo stampa. In cambio di piante italiane, potrebbe fargliene avere di quelle raccolte da Botta in Egitto. Prega Moris di salutare Colla e Bonafous.
Oltre al carteggio dei corrispondenti, la Biblioteca conserva anche numerosi manoscritti di Moris. Si tratta di materiali di varia tipologia: da bozze di scritti editi o inediti a minute di lettere, da note di lavoro ad appunti di viaggio, da scritti di argomento medico ad elenchi di piante.
Disegni eseguiti da Maddalena Mussino e Jean Cristoph Heyland. Rivestono un interesse storico documentario perché attestano le correzioni imposte da Moris ai propri collaboratori.
Lettera inviata da Torino il 17 gennaio 1866. Il signo Vassel, precettore di un giovane cugino dello scrivente, vorrebbe erudire l’allievo sulla flora del paese e prega Moris di riceverlo e di aiutarlo in tal senso.
Lettera inviata da Brescia il 3 giugno [l’anno non è riportato]. Venturi comunica a Moris che gli verrà spedito il diploma di socio dell’Accademia di Brescia, onorificenza che lui stesso aveva proposto alla presidenza dell’Ateneo bresciano. Venturi è stato a Padova e ha trovato Meneghini in discrete condizioni.
Lettera inviata da Brescia il 14 aprile 1861. Il professore De Candolle ha consigliato a Venturi di adottare questo sistema per spedire a Moris l’involto allegato alla lettera [non si capisce di che cosa si tratti]. Venturi si scusa della libertà.
Lettera inviata da Tolosa il 27 ottobre 1861. Timbal dice che probabilmente vi è stato un lapsus plumae, poiché Moris gli ha dato un parere su un Dianthus, che già ben conosce, invece che sulla pianta simile a Daucus serratus Moris Fl. Sard., comune nei dintorni di Tolosa. Nella lettera è incollato un frammento di ombrella della pianta in questione.
Lettera senza località di invio e senza data. Timbal non ha risposto prontamente alla lettera di Moris del 24 marzo 1860, perché non è riuscito ad ottenere da Bubani, che ha passato l’inverno a Montpellier, una spiegazione scritta. Nell’anno in corso Bubani è venuto a Tolosa, prima di partire per Parigi, dove sperava di passare l’inverno. Timbal ha parlato lungamente con lui di Moris, per cui si è fatta un’idea della questione. Pare che Bubani sia stato urtato da alcune cose dette da Moris sui suoi lavori botanici, ma vuole parlarne personalmente e si rifiuta di mettere per iscritto le sue osservazioni. Timbal ritiene che un confronto franco e amichevole dovrebbe risolvere il problema. Timbal approfitta dell’occasione, per chiedere un parere su una pianta, affine al Daucus serratus descritto da Moris, molto comune nei dintorni di Tolosa, che vorrebbe pubblicare su Exsiccata di Billot [si tratta della rivista Flora Galliae et Germaniae Exsiccata].
Lettera inviata da Tolosa il 20 dicembre 1859, in cui lo scrivente ringrazia Moris per i libri e le piante che gli ha mandato. In particolare è ammirato da Flora Sardoa, di cui conosceva già il primo volume, che è un monumento alla scienza. Timbal dice a Moris che il comune amico gli ha scritto da Bologna. L’anno prossimo dovrebbe venire sui Pirenei; Timbal spera che concluda la sua opera.
Lettera inviata da Siena il 17 luglio 1866. Tassi comunica a Moris di avere fatto domanda per essere trasferito alla cattedra di Botanica di Napoli, vacante dopo la morte di Gasparrini, adducendo a motivo il desiderio di ottenere un migliore trattamento economico. Riconosce la scarsità e la modestia dei suoi lavori, però si affida alla benevolenza di Moris.
Lettera inviata da Siena il 28 febbraio 1862. Tassi ritiene che una sola cattedra di Botanica sia insufficente, dovendo servire a studenti di molte facoltà. Cita gli esempi di Pisa e Bologna, dove sono state moltiplicate le cattedre di Botanica e di Chimica. Anche a Parigi le cattedre di Botanica sono quattro, rette da Brongniart, Duchartre, Chatin e Moquin-Tandon. Tassi vuole sentire il parere di Moris.