Lettera inviata da Bologna il 6 gennaio 1846. Bertoloni augura buon anno a Moris e famiglia. Sollecita una sua risposta sulle Orobanche. Pensa che Orobanche “a minore diversa” inviatagli a suo tempo da Moris dalla Sardegna sia l’O. canescens di Presl e di Gussone. Bertoloni vorrebbe sapere su quale pianta è stata trovata parassita.
Lettera inviata da Bologna (di villa) il 17 settembre 1845. Bertoloni sta trascorrendo le vacanze in villa; ha finito il lavoro su Orobanche, dopo avere messo a mollo nell’acqua fresca i fiori di ognuna, per poterne evidenziare stami e stilo. Critica Reichenbach, che nella Centuria Settima sulle Orobanche ha fatto “qualche imbrogliaccio”. Critica altresì Vaucher le cui figure sono orribili; Bertoloni è però riuscito ad avere da lui gli esemplari di molte sue specie. Seguono osservazioni su nove specie di Orobanche
Lettera inviata da Bologna il 14 luglio 1845. Bertoloni chiede a Moris di vedere se nell’erbario di Bellardi è presente l’esemplare di Pedicularis fasciculata citata nella sua Appendix, e di controllare se la determinazione è esatta. Fa gli auguri a Moris per il prossimo viaggio a Parigi.
Lettera inviata da Bologna il 2 giugno 1845. Bertoloni invia a Moris il fascicolo secondo del tomo VI della Flora. Ha saputo da Baruzzi che Moris ha ricevuto la Flora di Nizza di Rissò; prega di consegnare il volume al Marchese Danzi, che lo porterà a Bologna. Baruzzi andrà a Carrara a comperare il marmo.
Lettera inviata da Bologna il 12 maggio 1844. Bertoloni riferisce che Baruzzi è tornato da Torino “allegro e contento” per l’esito della riunione a proposito della statua di Sua Maestà. Ha portato con sè il secondo volume della Flora Sardoa di Moris, che Bertoloni giudica eseguito con la consueta precisione. Baruzzi ha portato anche alcuni libri per i Professori Alessandrini, Medici e Grimelli. Dopo tanta siccità, è arrivata finalmente la pioggia.
Lettera inviata da Bologna il 2 aprile 1844. Bertoloni ha saputo che alcuni artisti torinesi si sarebbero offerti di eseguire la scultura ideata da Baruzzi, togliendogli l’effetto principale della celebrità del lavoro. Si dice indignato “della vigliaccheria di que’ vergognosi artisti”.
Lettera inviata da Bologna il 14 febbraio 1844, in cui Bertoloni riassume la situazione degli invii delle copie del Nuovo Giornale di Scienze Naturali e dei fascicoli della Flora. Baruzzi verrà a Torino con i disegni e il modello in piccolo della statua che dovrebbe eseguire per Sua Maestà, per decidere l’inizio del lavoro. Lo scultore potrebbe trasferirsi a Torino per cinque o sei mesi all’anno, se il Governo locale chiedesse allo Stato Pontificio l’autorizzazione di assentarsi dall’ Accademia di Bologna. Il marmo di Pinerolo è disponibile, anche se il Gaggini è contrario. Bertoloni teme che Gaggini abbia nella faccenda interessi personali. Segue un dettagliato riepilogo del “conto col Moris”.
Lettera inviata da Bologna il 18 ottobre 1843. Bertoloni invia a Moris sei copie “in nitida edizione” della statua della Beata Vergine ideata da Baruzzi su commissione di Sua Maestà: indica le persone cui fare pervenire le copie. Comunica che il Re di Napoli ha accettato il Congresso degli Scienziati a Napoli per l’anno 1845.
Lettera inviata da Bologna il 9 settembre 1843. Bertoloni sta approntando una serie di documenti per il nipote, date le garanzie richieste dal Regno di Sardegna per concedere ad un proprio residente il permesso di frequentare gli studi superiori in un altro stato.
Lettera inviata da Bologna il 7 agosto 1843. Bertoloni ringrazia Moris e il Cav. di Saluzzo per avere ottenuto da S. M. la concessione per il nipote Gianbattista di frequentare gli studi a Bologna. Se sarà necessario, invierà il nipote a Genova per conseguire il Magistero, al fine di essere ammesso alla facoltà.
Lettera inviata da Sarzana il 20 luglio 1843. Mentre Bertoloni si trovava a Sarzana, il genero Franchini è stato colto da un nuovo attacco di apoplessia che l’ha condotto a morte in tre giorni: sua figlia è rimasta vedova con otto figli, sei dei quali maschi, ed il maggiore di appena 17 anni. Bertoloni si impegnerà per l’educazione civile e scientifica del primogenito Gianbattista, che a scuola sinora ha sempre ottenuto ottimi risultati. Lo indirizzerà alla professione medica, già praticata dal padre. Lo porterà a casa sua a Bologna; però, essendo Sarzana un paese estero, sarà necessaria la concessione di Sua Maestà. Prega Moris di inoltrare la domanda a S. M., interessandone anche il Cav. Cesare di Saluzzo. Il nipote verrà condotto a Bologna dal Prof. Vaccà di Massa Ducale, altro nipote di Bertoloni. Alla lettera è acclusa missiva per S. E. il Cav. di Saluzzo, in pratica sovrapponibile a quella inviata a Moris
Lettera inviata da Bologna il 4 luglio 1843, in cui Bertoloni risponde a Moris dandogli il suo parere su alcune specie del genere Crepis. Chiede se non sia possibile far raccogliere a Lisa o a Da Ponte [ovviamente Bertoloni allude a Delponte] per l’erbario della Flora Italica alcuni esemplari di Aconitum cammarum, che Allioni dice essere frequente in Piemonte. Partirà per Firenze a giorni e poi si recherà a Sarzana per riprendere la moglie e a fine mese ritornare a Bologna.
Lettera inviata da Bologna il 5 giugno 1843. Bertoloni ringrazia delle piante di Delphinium: il D. longipes è specie nuova. Risponde ai quesiti di Moris su alcuni esemplari di Carduus, Cirsium, Phagnalon, Helichrysum.
Lettera inviata da Bologna il 15 febbraio 1842. Bertoloni ha spedito a Milano la cassetta, di cui alla lettera precedente, al Cav. Guglielmo Gaetti-Deangeli, Console di S. M. Segue l’elenco del contenuto: libri per il Cav. Cesare di Saluzzo, semi per l’Orto del Valentino, rendiconto dell’Accademia delle Scienze di Bologna e quattro copie del tomo IV della Flora Italica. Sollecita le informazioni sul genere Euphorbia. Segue l’elenco dei debiti di Moris per l’anno 1841.
Lettera inviata da Bologna il 18 maggio 1843, in cui Bertoloni dice avere urgenza di vedere gli esemplari di Delphinium. E’ stato stampato il terzo fascicolo del tomo V della Flora. Fortunatamente Baruzzi è pienamente guarito. Bertoloni ha ricevuto il primo tomo della seconda edizione della Synopsis di Gussone; vi è molto di buono, rimangono però sempre le “specie metafisiche”, ma è inutile pensare per ora che i botanici di Napoli si correggano. Risponde ai quesiti postigli da Moris su cinque piante. Vorrebbe sapere se Cesati ha pubblicato il secondo fascicolo della sua opera.
Lettera inviata da Bologna il 28 aprile 1843. Bertoloni chiede a Moris gli esemplari della flora sarda Delphinium longipes e D. pictum, che potrebbero essere inviati tramite l’Ing. Promis quando verrà a Bologna. Ringrazia Moris dei suggerimenti medici datigli per il genero Franchini, che sta decisamente meglio. Comunica che Baruzzi è gravemente ammalato di petto.
Lettera inviata da Bologna il 31 marzo 1843. Bertoloni invia il secondo fascicolo del tomo V della Flora. Chiede nuovamente a Moris di controllare la Potentilla verna in erbario Allioni e di avere un frammento di Cistus rosmarinifolium. Il genero Franchini si è ripreso nei movimenti abbastanza bene. Al termine è presente breve appunto di Moris.
Lettera inviata da Genova il 7 febbraio 1843, in cui Bertoloni comunica a Moris che suo genero Franchini è stato colpito da apoplessia, da cui si sta lentamente riprendendo. Chiede ulteriori chiarimenti intorno a Potentilla verna dell’erbario di Allioni. Segue una lunga serie di osservazioni a quesiti postigli da Moris su alcune piante del genere Hypocheris, Seriola, Cnicus.
Lettera inviata da Bologna il 7 gennaio 1843. Bertoloni prega Moris di intervenire presso il Cav. di Saluzzo, affinché convinca il Sig. Gaggini a fornire a Baruzzi il marmo di Pinerolo con cui intende scolpire la statua richiestagli, di cui è già stato allestito un modello in grande. Segue un lungo elenco di semi richiesti dall’Orto Botanico di Bologna.