- IT ASUT SC. COLTURA CORPORATIVA - Esami Dir. tributario
- Unità archivistica
- 1930-07-24 - 1932-10-18
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Istituzioni di diritto privato
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Caduta l'etichetta originale, il registro risulta privo di titolo. Lo si è attribuito sulla base della firma di Luigi Abello, da cui sono sottoscritti i verbali, e che risulta titolare dell'insegnamento di Istituzioni di diritto privato nel "quadro delle lezioni" conservato nel carteggio del 1929.
Richiesta di rilascio del diploma presentata da Ignazio Pozzi, allievo della Scuola nel 1929-30
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Per gli studi in Lettere e in Filosofia
Parte diUniversità degli Studi di Torino
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Il Magistero delle Arti aveva tradizionalmente la funzione di completamento degli studi secondari, propedeutica alla prosecuzione degli studi in Teologia, Legge, Medicina. Ne erano materie di studio fondamentali la retorica, la filosofia e la matematica. La Costituzione del 25 ottobre 1720 mantiene la dipendenza del Magistero da Medicina, prevedendo l’esistenza di tre Facoltà, “cioè la teologica, quella delle leggi, e canoni, e quella della medicina, filosofia ed arti”. Con le Costituzioni del 20 agosto 1729 il Magistero delle Arti è costituito come quarta Facoltà, con un proprio preside, ma senza un Collegio autonomo. Le medesime Costituzioni prevedono la nascita, fuori dell'Università, di Scuole di Grammatica, Umanità e Retorica, facendo sorgere l'esigenza del reperimento degli insegnanti. Le Costituzioni prevedono infatti che vi possano insegnare solo i maestri che abbiano superato un esame davanti al professore di Eloquenza o abbiano conseguito il Magistero delle Arti, che dunque si vede riconoscere, senza perdere la funzione propedeutica, la responsabilità di formare gli insegnanti delle nuove scuole pubbliche. Con la regia patente del 29 agosto 1737 si stabilisce la creazione di un Collegio delle Arti autonomo e uguale alle altre Facoltà. Il Collegio, presieduto dal priore, è diviso in tre classi, ciascuno composto da otto professori: quella dei filosofi, quella dei matematici e quella dei retori e maestri delle lingue. Come puntualizzato dalla patente del 3 aprile 1738, innanzi al Collegio, e in particolare ai professori della classe opportuna, si tenevano diversi esami: “pel grado di Magistero delle Arti da conferirsi agli studenti aspiranti alle Facoltà superiori; pel grado di Magistero delle Arti da conferirsi ai Maestri di Filosofia nelle Provincie, e di Rettorica, Umanità e Gramatica per i Maestri, così nelle Provincie, che in Torino; per l’esame degli Architetti, Maestri de’ Conti, e Misuratori; per l’esame de’ semplici Maestri de’ primi rudimenti gramaticali” (volume di verbali del Collegio delle Scienze e belle Arti).
Con Regio Biglietto del 9 marzo 1762 sono introdotte norme più restrittive e severe circa gli studi, la pratica e gli esami di agrimensori, misuratori, architetti civili e architetti idraulici..
Le Costituzioni del 1772 confermano il Magistero delle Arti sia come corso propedeutico per la prosecuzione degli studi nelle Facoltà superiori, con percorsi differenziati per gli aspiranti alle laurea in Teologia e Giurisprudenza rispetto a Medicina, sia per coloro che ambiscono all’impiego “di professore di Filosofia, o delle buone Arti” (titolo V, capo IV).
Il Manifesto del Magistrato della Riforma sopra gli studi del 3 ottobre 1822 prevede una durata di quattro anni per il corso di Matematica ed idraulica, per gli aspiranti al titolo di ingegnere idraulico, di tre per il corso di Architettura civile (quattro dal 1834 - Manifesto del Magistrato della Riforma sopra gli studi del 18 agosto 1834, n. 57), per gli aspiranti al titolo di architetto civile, e di quattro per il corso sia di Lettere che di Filosofia, per gli aspiranti al titolo di professore di filosofia, di retorica o di umanità, con deroghe per chi già esercitasse la professione fuori dall'Università.
Con R.D. 9 ottobre 1848, n. 826 la Facoltà di Scienze e Lettere è divisa "in due Facoltà separate sotto i titoli di Belle Lettere e Filosofia, e di Scienze Fisiche e Matematiche" (art. 1).
Esami privati e pubblici di matematica e architettura e per agrimensore e misuratore
Parte diUniversità degli Studi di Torino
La verbalizzazione di esami pubblici per architetto civile e ingegnere idraulico si interrompe nel 1846 (p. 222).
Adunanze del Collegio delle Scienze e belle Arti
Parte diUniversità degli Studi di Torino
Verbali delle adunanze del Collegio, a partire dalla prima seduta successiva alla creazione di un Collegio autonomo con regia patente del 29 agosto 1737. Sono registrati gli esiti delle votazioni per le elezioni del priore e dei consiglieri e le funzioni per l'aggregazione dei nuovi componenti del Collegio medesimo: Michele Casati e Pietro Lorenzo Vacca (Classe di Filosofia e Matematica, 1740); Amedeo Agnesi (Classe di Filosofia e Lingue, 1740); Giambattista Sicca, medico collegiato (Classe di Filosofia, 1742); Gian Paolo Ricolvi, Giovanni Antonio Braida, Domenico Cassuli e Giovanni Francesco Guenzi (Classe di Eloquenza e Lingue, 1742); Goffredo Franzini, professore di Umanità (Classe di Belle Lettere, 1748); Francesco Berta e Filippo Revelli (Classi di Filosofia e Matematica, 1749); Ignazio Somis (Matematica e Belle Lettere, 1749); Secondo Sinesio (Belle Lettere, 1749); Giovanni Domenico Pisceria (Filosofia e Belle Lettere, 1749); Giuseppe Bartoli (Filosofia ed Eloquenza, 1751); Giovanni Battista Beccaria (Filosofia e Matematica, 1751); Giacinto Sigismondo Gerdil (Filosofia e Matematica, 1751); Maurizio Triveri, Giovanni Bernardo Vigo e Giuseppe Sicco (Classe di Belle Lettere, 1758); Michele Antonio Prato, Vittorio Maria Boyer e Canonica (Classe di Filosofia, 1764); Tacconis e Mussa (Classe di Eloquenza, 1764); Giuseppe Antonio Cauda (Classe di Filosofia, 1775); Vincenzo Tarino (sovrannumerario in Matematica, 1775); Giovanni Battista Mazzucchi, Giovanni Francesco Edoardo Cochis, Giovanni Battista Turinetti e Casasopra (Classe di Eloquenza, 1775); Francesco Regis e Giacomo Gariglio (Classe di Belle Lettere, 1782); Francesco Baretta e Giovanni Battista Arleri (Classe di Belle Lettere, 1785); Cesare Dionigio Garretti di Ferrere, Carlo Ferrero Vittorio della Marmora, abate di Saint Marcel, Giuseppe Pavesio e Gaspare Morardo (Classe di Filosofia, 1786); Pietro Tommaso Cajoli e Giovanni Francesco Zavatteri (sovrannumerari, Classe di Filosofia, 1786); Teresio Michelotti (sovrannumerario, Classe di Matematica, 1786), Pietro Barucchi, Giovanni Battista Marenco, Giovanni Battista Operti (sovrannumerari, Classe di Eloquenza, 1786); Ignazio Michelotti (Classe di Matematica, 1788); Francesco Benedetto Feroggio (sovrannumerario, Classe di Matematica, 1788); Carlo Tenivelli e Giuseppe Antonio Gallerone (sovrannumerari, Classe di Eloquenza, 1788); Ignazio Degiovanni ed Evasio Leone (sovrannumerari, Classe di Belle Lettere, 1790); Alessandro Sclopis (sovrannumerario, Classe di Eloquenza, 1791); Luigi Spagnolini (sovrannumerario, Classe di Filosofia, 1791); Giovanni Antonio Giobert (sovrannumerario, Classe di Filosofia, 1796); Giacomo Difendente Caretto e Giuseppe Antonio Castellani (sovrannumerari, Classe di Matematica, 1796); Cesare Saluzzo (sovrannumerario, Classe di Filosofia, 1797); Francesco Antonio Morelli e Paolo Luigi Raby (sovrannumerari, Classe di Eloquenza, 1797); Benedetto Brunati (Classe di Matematica, 1816); Giuseppe Franchi di Pont (straordinario, Classe di Eloquenza, 1816); Giuseppe Lavini (straordinario, Classe di Filosofia, 1816); Giuseppe Benedicti (Classe di Eloquenza, 1833); Giovanni Deandrea (Classe di Eloquenza, 1845). Nelle ultime pagine sono trascritti verbali successivi alla divisione della Facoltà di Scienze e Lettere e creazione della Facoltà di Belle Lettere e Filosofia e della Facoltà di Scienze Fisiche e Matematiche disposta con R.D. 9 ottobre 1848, n. 826.
Con rubrica
Parte diUniversità degli Studi di Torino
Contiene gli esami di Giovanni Agodino (p. 5, 42), Giuseppe Allievo (p. 66), Giuseppe Antonielli (p. 59-60), Carlo Argan (p. 76-78), Benedetto Armandi (p. 23), Valentino Arnò (p. 65), Francesco Arnulfo (p. 18), Carlo Bacchialoni (p. 67), Giacinto Bacchialoni (p. 11-12), Francesco Barucchi (p. 1), Giuseppe Basso (p. 83-88), Giuseppe Benedicti (p. 12), Gustavo Benso di Cavour (p. 69), Osvaldo Berrini (p. 46-47), Giovanni Maria Bertini (p. 35), Giuseppe Bertoldi (p. 36), Bartolomeo Bona (p. 22), Carlo Boncompagni (p. 70-71), Giovanni Bosco (p. 62), Giuseppe Bruno (p. 43-44), Alberto Burzio (p. 125-130), Raimondo Buzani (p. 7), Carlo Cantoni (p. 95-99), Domenico Capellina (p. 37), Andrea Capello (p. 64), Giovanni Battista Cavallera (p. 29), Giuseppe Caviassi (p. 33), Felice Chiò (p. 24), Michele Coppino (p. 44-45), Pietro Corte (p. 14), Giovanni Cossavella (p. 83-87), Giovanni Curioni (p. 71-73, 79), Claudio Dalmazzo (p. 16), Raffaele Vittorio De Carolis (p. 30), Giovanni Deandrea (p. 34), Giuseppe Bartolomeo Erba (p. 31-32), Francesco Faà di Bruno (p. 68), Giovanni Dionisio Fenolio (p. 56), Galileo Ferraris (p. 146-151), Camillo Ferrati (p. 41-42), Matteo Fiorini (p. 54-55), Carlo Armando Galli (p. 76-78), Giuseppe Gallo (p. 73-75, 79), Giovanni Battista Gandino (p. 52-53), Vincenzo Garelli (p. 40), Eusebio Garizio (p. 90-93), Biagio Gastaldi (p. 53-54), Antonio Ghiglione (p. 61), Carlo Giambelli (p. 113-118), Carlo Ignazio Giulio (p. 2), Gaspare Gorresio (p. 13), Vincenzo Lanfranchi (p. 113-120), Francesco Lanteri (p. 4), Donato Levi (p. 100-106), Simeone Levi (p. 125-131), Emilio Liveriero (p. 80-82, 89), Pietro Luciano (p. 95-99 107-112), Eligio Martini (p. 50-51), Felice Mattei (p. 27-28), Giuseppe Mazzola (p. 57), Luigi Federico Menabrea (p. 15), Giovanni Francesco Muratori (p. 25), Antonio Negro (p. 113-118), Francesco Neyrone (p. 49-50), Valerio Giovanni Oliveri (p. 19-20), Vincenzo Papa (p. 120-125, 132-137), Celestino Peroglio (p. 63), Giovanni Battista Peyretti (p. 39), Domenico Pezzi (p. 138-145), Ignazio Pollone (p. 3), Secondo Bartolomeo Prieri (p. 9), Domenico Regis (p. 100-105), Prospero Richelmy (p. 20-21), Giovanni Antonio Rossi (p. 48-49), Modesto Scoffier (p. 26), Carlo Sottero (p. 58-59), Michele Giovanni Tarditi (p. 8), Giuseppe Andrea Tecco (p. 6), Sebastiano Turbiglio (p. 95-99, 107-112, 120-125, 132-137), Tommaso Vallauri (p. 10), Giovenale Vegezi Ruscalla (p. 94), Giovanni Battista Zappata (p. 17).
Con rubrica.
Documenti e admittatur di studenti
Parte diUniversità degli Studi di Torino
Documenti presentati dagli studenti Giuseppe De Giorgis, Giovanni Francesco Muratore, Domenico Silvano e Giovanni Vinzio per l'iscrizione ai corsi e admittatur di Bartolomeo Prieri.
Documenti e admittatur di studenti
Parte diUniversità degli Studi di Torino
Carte e documenti relativi agli studenti Antonio Avella, Giovanni Battista Ballarini, Giovanni Berio, Alessandro Brizio (anno scolastico 1822-23); Giovanni Battista Brunelli,Goffredo Menardi, Giorgio Gobet, Sebastiano Pipino (anno scolastico 1825-26); Francesco Regis (anno scolastico 1826-27); Francesco Cucchi Boasso (anno scolastico 1842-43).
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Esami pubblici per professore di Filosofia, di Umanità, di Retorica, di Grammatica superiore; maestro di quarta, quinta, sesta classe e di Grammatica superiore. Esami privati di Belle Lettere, di Filosofia e di Eloquenza. Con rubrica.
Verbali degli esami privati e pubblici per professori e maestri
Parte diUniversità degli Studi di Torino
Esami sostenuti innanzi alla Classe di Filosofia e Lettere, con diverse composizioni delle commissioni a seconda del tipo di esame.
I registri degli esami successivi alla divisione della Facoltà di Scienze e Lettere e creazione della Facoltà di Belle Lettere e Filosofia e della Facoltà di Scienze Fisiche e Matematiche (disposta con R.D. 9 ottobre 1848, n. 826) e più specificamente successivi alla riorganizzazione dei corsi di Belle Lettere e di quello di Filosofia, disposti rispettivamente con R.D. 3 ottobre 1851, n. 1275 e con R.D. 10 settembre 1851, n. 1266, sono descritti nel subfondo relativo alla Facoltà di Lettere e Filosofia.
Parte diUniversità degli Studi di Torino
Esami pubblici per professore di Filosofia, di Umanità, di Retorica, di Grammatica superiore; maestro di quarta, quinta, sesta classe e di Grammatica superiore. Esami privati di Belle Lettere, di Filosofia e di Eloquenza. Con rubrica.
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Esami pubblici per professore di Filosofia, di Umanità, di Retorica, di Grammatica superiore; maestro di quarta, quinta, sesta classe e di Grammatica superiore. Esami privati di Belle Lettere, di Filosofia e di Eloquenza. Con rubrica.
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Esami pubblici per professore di Filosofia razionale, di Filosofia positiva, di Umanità, di Retorica, di Grammatica superiore; maestro di quarta, quinta, sesta classe e di Grammatica superiore. Esami privati di Belle Lettere, di Filosofia e di Eloquenza. Esami di ammissione. Con rubrica.
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Esami privati di Belle Lettere (gennaio 1843-dicembre 1851) e di Filosofia (gennaio 1843-dicembre 1850). Esami di maestri di Grammatica superiore e di quarta, quinta, sesta classe (gennaio-novembre 1843). Con rubrica.
Esami dei maestri di quarta, quinta e sesta classe di latinità
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Registri manoscritti con rubrica finale.
Le Costituzioni di Sua Maestà per l'Università di Torino del 1729 prevedono (titolo XI) che "tutti i pubblici Misuratori, Architetti e Maestri de' Conti, che vorranno esser'ammessi ad esercitare in avvenire alcuna di quest'Arti, dovranno essere esaminati, ed approvati da uno de' Professori di Matematica" (appartenenti al Collegio delle Arti). Per gli abitanti "di là da'Monti, e Colli, come altresì nelle Provincie" l'esame si svolge davanti ad esperti individuati dal Magistrato della Riforma in loco, ma la successiva spedizione della patente avviene da parte del segretario dell'Università. Non è ancora prevista la frequenza a specifici corsi.
Il Regio Biglietto del 9 marzo 1762 oltre a prevedere che gli esami si svolgano solo a Torino, richiede agli agrimensori, prima di presentarsi agli esami, una pratica di due anni sotto un agrimensore approvato dalla Riforma, ai misuratori una pratica di tre anni. Agli aspiranti architetti civili è richiesta la frequenza al corso di Geometria speculativa e pratica e di Meccanica; agli architetti idraulici la frequenza a "un corso compito di Matematica, cominciando dalla Geometria".
Queste disposizioni sono confermate nelle Costituzioni di Sua Maestà per l'Università di Torino del 1772 (titolo XIV), dalle quali si evince (tit. III, capo IV, art. 5) che "il corso intero di Matematica" richiesto agli architetti idraulici si compiva in cinque anni.
Verbali degli esami di Matematica e Architettura e per agrimensore, misuratore, maestro de' conti
Parte diUniversità degli Studi di Torino