- IT ORTOUT MORIS Corr. Casapini, 10
- Unità archivistica
- 1862
Parte diOrto botanico
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Raccomandazione per Caruel per la cattedra vacante di Napoli.
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Lettera inviata da Firenze il 9 luglio 1866. Caruel non ha notizie di Moris da quando è passato per Torino, andando in Francia e Inghilterra, per vedere di trovare modo di migliorare la propria condizione. La considerazione in cui è tenuto all’estero lo fa bene sperare, nel caso vi sia qualche concorso a cattedra. Essendosi liberata la cattedra di Napoli per la morte di Gasparrini, sarebbe lieto di ottenerla, anche perché De Notaris ha fatto sapere che preferisce stare a Genova. Caruel prega Moris di segnalarlo al ministro Berti.
Critiche alle recenti riforme universitarie. Progetto di continuare gli studi in Svizzera.
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Lettera inviata da Firenze il 12 marzo 1865, in cui Caruel si dice pessimista per il futuro dell’Università, a causa delle riforme praticate in nome di un malinteso senso di economia. La soppressione delle piccole università priverà del lavoro molti professori. Lo scrivente sta pensando alla Svizzera, come luogo ove continuare i suoi studi.
Delusione per l’assenza di Moris all’Esposizione di Firenze
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Lettera inviata da Firenze l’1 ottobre 1861, in cui Caruel chiede a Moris di far pervenire al ministro dell’Istruzione il plico allegato, che teme rimanga fermo, come accade di solito al Ministero per la corrispondenza delle persone sconosciute. Caruel è rimasto deluso dell’assenza di Moris, Gasparrini e De Notaris all’Esposizione di Firenze; erano presenti invece Gussone, Todaro, Caldesi, Pietro Savi, Gennari, Casaretto, Martino Anzi e Ball. Il giardiniere del re Ardy farà avere a Moris il primo fascicolo della Flora Toscana. Caruel vorrebbe sapere se la cattedra di Gasparrini a Pavia, rimasta vacante, sarà mantenuta. A Firenze vi è preoccupazione per le voci di soppressione dell’Istituto di studi superiori e per la riduzione di personale al Museo.
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Richiesta di aiuto per la cattedra di Medicina e Chirurgia a Chambéry.
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Lettera inviata da Chambéry il 16 aprile 1855, in cui il dottor Carret chiede a Moris di aiutarlo ad ottenere la titolarità della cattedra vacante nell’Istituto di Medicina e Chirurgia, dove è supplente da tre anni. Elenca i suoi titoli. Il barone Jacquemond è in grado di confermare la veridicità delle sue affermazioni.
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Richiesta di aiuto di Carmagnola.
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Lettera inviata da località ignota il 2 marzo 1855. Carmagnola spera che non cada sopra il suo nome la proposta di trasferimento su una cattedra vacante e prega Moris di aiutarlo. Per di più i giornali dicono che “col trasloco si distruggerebbe una cosa buona per avere un mediocre professore di Clinica”. Carmagnola vuole solo starsene tranquillo ed è favorevole all’elezione di Bonacossa, cui l’opinione pubblica è favorevole.
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Ammirazione per la Centradenia rosea ricevuta
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Lettera inviata da Sanremo l’8 maggio 1855. Carli è stato a letto per i reumatismi e si è consolato facendosi mettere nella stanza le piante in vaso giunte da Torino. Tutti in famiglia hanno ammirato soprattutto la Centradenia rosea.
Ringraziamenti per i semi offertigli.
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Lettera inviata da Sanremo il 10 aprile 1855, in cui lo scrivente si dichiara commosso per il fatto che Moris si sia disturbato a ringraziarlo per aver ricevuto un pacco di fichi secchi. Ringrazia Moris per l’elenco dei semi, ma lascia a lui la scelta di quali inviargli, essendo profano di botanica; desidererebbe però una Lagerstroemia indica e qualche Calceolaria. L’inverno è stato lungo con caduta di neve; le piante però non hanno sofferto. Carli ha letto sul Palmaverde della nomina di Moris a commendatore, e se ne congratula.
Richiesta di un altro Cupressus Knightii.
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Lettera inviata da Sanremo il 21 marzo 1854, in cui Carli comunica a Moris che l’esemplare di Cupressus Knightii inviatogli l’anno precedente è rigoglioso; gli servirebbe però una pianta analoga da sistemare simmetricamente all’ingresso del suo giardino.
Ringraziamenti per le piante ricevute. Invio di fichi secchi
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Lettera inviata da Sanremo il 9 marzo 1854. Carli ha ricevuto e subito invasato le bellissime e rigogliose piante ricevute da Moris. Se graditi, gli invierà altri fichi secchi, in memoria di quei “primi teneri anni” della loro giovinezza.
Nuovo invito a non affrancare la posta.
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Invito a non affrancare la posta.
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Lettera inviata da Sanremo il 5 marzo 1852, in cui Carli ringrazia per i semi ricevuti. Chiede a Moris di non affrancare lettere e altro materiale, perché desidera pagare personalmente il trasporto di quanto gli arriva a Sanremo.
Prolusione del professore Paravia.
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Lettera inviata da Sanremo il 24 febbraio 1852. Carli ha ricevuto il catalogo dei semi dell’orto torinese e l’orazione inaugurale del professore Paravia. Sceglierà nell’elenco i semi desiderati, anche quelli di ortaglie e frutti di cui localmente vi è carenza.
Invio di fichi secchi. Vita tranquilla nel giardino
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Lettera inviata da Sanremo l’8 gennaio 1852. Con la lettera Carli invia a Moris una scatola di fichi secchi. Vive solitario nel suo giardino e spera di ricevere piante o semi di entità “vaghe o peregrine”.
Ringraziamento per le talee di pelargonio
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Lettera inviata da Sanremo l’1 giugno 1856. Carli ringrazia Moris per le talee inviategli, in particolare per i pelargoni, dei quali la maggioranza era morta per il freddo dell’inverno scorso.
Offerta di piante da parte di Moris
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Lettera inviata da Sanremo il 17 aprile 1856. Carli prega Moris di non rispondere alle sue lettere, se ciò lo distoglie dalle sue occupazioni. Ritenendosi scarsamente competente sul regno vegetale, lascia a Moris la scelta di quali inviargli, tra le piante che gli ha offerto. Gli piacerebbe però avere Eupatoria Morisii, per avere sott’occhio una rappresentanza del suo nome famoso e della reciproca amicizia. Purtroppo l’inverno, causa un’ondata di freddo senza precedenti, poiché la grandine e il freddo hanno danneggiato i frutti, ha molto danneggiato le piante, in particolare i frutti dei limoni. Sono morti quasi tutti i pelargoni e una Lantana camara alta oltre 5 metri.
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Lettera inviata da Sanremo il 30 dicembre 1855. Carli ha inviato a Moris un pacco di fichi secchi. Si scusa però che non siano all’altezza degli anni scorsi. Invia auguri in occasione delle ricorrenze di fine anno.