Lettera inviata da Vercelli l’1 luglio 1849. Cesati passerà a Torino, quando si recherà alle terme di Vinadio per curare la sua orticaria. In quell’occasione porterà a Moris una richiesta di accelerare la pratica in cui viene chiesto il trasferimento di una cassa che alcuni suoi amici hanno spedito in Svizzera, indirizzandola a De Notaris, per evitare che gli austriaci la intercettassero. La cassa contiene il suo erbario micologico e libri di botanica, matematica e giurisprudenza. L’indirizzo a De Notaris era anche dovuto al fatto che Cesati, in caso di sua morte, aveva lasciato erede del materiale il suo collega botanico.
Lettera inviata da Brescia l’8 agosto 1844. Cesati annuncia che al Congresso scientifico uscirà, oltre la Guida Municipale, anche un volume di Illustrazioni scientifiche della Lombardia, che dovrebbe far parte di una sorta di Enciclopedia Nazionale. Lui stesso vi ha contribuito, per il tempo concessogli dal lutto per la morte della sorella, che viveva ad Andorno con la mamma. Ha preparato una carta con i profili delle valli per il territorio che va dal Rosa al monte Baldo e dal Po sino allo spartiacque delle Alpi Retiche e Pennine. Gli servono però alcuni dati relativi al lago d’Orta e al torrente Agogna, e prega Moris di farglieli avere.
Lettera inviata da Brescia il 29 maggio 1844. Cesati ha ritirato direttamente dal libraio Meisner il bellissimo volume che Moris gli ha inviato. E’ a Milano per sollecitare la litografia Vassalli, che è molto in ritardo; le figure già stampate sono però molto belle. Su Biblioteca Italiana Cesati farà la miglior menzione possibile del secondo volume della Flora Sardoa.
Lettera inviata da Vercelli il 3 maggio 1843. Cesati è a Vercelli dai suoi genitori, e comunica a Moris del suo trasferimento a Brescia. Spera di trovare piante interessanti, come la Saxifraga arachnoidea, poiché la valle Trompia, la valle Sobbia e la costa occidentale del Garda sono state poco esplorate. Anche l’Ateneo bresciano ha professori illustri, come il Lanfossi e il micologo Venturi.
Lettera inviata da Milano il 30 dicembre 1842, in cui Cesati comunica che il libraio Meisner non sarà in grado per parecchio tempo di consegnare materiale a Torino, e pertanto prega Moris di chiedere al console De Angelis se potesse provvedere a fargli avere l’Iconographia; il materiale è fuori di ogni sospetto censorio. Steudel invierà quanto prima la seconda quota di piante abissine. Ringrazia Moris per la spedizione del 2° volume della Flora Sardoa, e spera di ricevere gli esemplari ivi descritti, oltre a quelli presentati al Congresso di Firenze.
Lettera inviata da Milano il 23 settembre 1837, in cui Cesati si complimenta con Moris per la Flora Sardoa che ha trovato estremamente interessante. Unica piccola critica viene rivolta al disegnatore, per avere usato il metodo della punteggiatura che rende i margini troppo morbidi. Il professore Camalli vorrebbe sapere di quanti volumi sarà composta l’opera. De Notaris potrebbe portare l’informazione a Cesati
Lettera inviata da Vercelli il 16 ottobre 1867. Cesati è dispiaciuto delle cattive condizioni di salute di Moris. Verrà a Torino per sentire le osservazioni che Moris ha fatto sul suo manoscritto. Baglietto sarà ben lieto di vedere la collezione dei licheni sardi di Moris.
Lettera mancante di data e località di invio. Celi chiede a Moris i semi di alcune piante, scusandosi di non poter inviare il catalogo dei semi [probabilmente dell’Orto botanico di Modena] non compilato per l’anno in corso.
Lettera inviata da Vercelli il 25 maggio 1858, in cui Carlotta Cattaneo chiede al cugino Moris di fare “buon ufficio” presso il teologo Montagnino prevosto di Santhià, per consentire al marito di eseguire parte del dipinto già affidato al pittore Morgari.
Lettera senza data e località di invio, in cui la vedova Gasparina Cassone Varani [o Verani?] chiede a Moris aiuto per risolvere un problema probabilmente di successione [i particolari della questione sono solo accennati e le persone non identificate].
Lettera inviata da Torino il 15 marzo 1859, in cui il notaio Cassinis comunica a Moris che il professore Giacinto Carena gli ha destinato, morendo, un piccolo ricordo di amicizia: una serie di ritratto di accademici e di persone celebri, e un libro a sua scelta nel gruppo di volumi indicati. Il notaio chiede a Moris se è d’accordo ad indicare il signor Cantù Giuseppe come unico rappresentante degli eredi.
Lettera inviata da Torino il 15 gennaio 1860. Casati lascia l’incarico di ministro della Pubblica Istruzione, essendo terminata la legislatura [con il nuovo 3° governo Cavour il ministro fu Terenzio Mamiani]. Si rivolge Moris, quale vice-presidente del Consiglio Superiore, per ringraziarlo della preziosissima collaborazione, specie nelle numerose occasioni in cui lo ha sostituito alla presidenza delle riunioni.
Lettera inviata da Genova il 6 febbraio 1841. Casaretto vorrebbe sapere notizie sul progetto del viaggio a Ginevra. E’ stato due mesi a letto per una gastroenterite curata con 10 salassi. Attende con ansia buone notizie.