Lettera inviata da Toirano il 30 dicembre 1857, per fare gli auguri per l’anno nuovo; invia la solita scatola di fichi secchi. Per quanto riguarda il figlio Armando, Garassini ha deciso di seguire il suggerimento del conte Galli di attendere la primavera per fare domanda di cambiamento di corpo.
Lettera inviata da Toirano (Sv) il 23 gennaio 1856, in cui lo scrivente comunica a Moris di avere affidato una scatola di fichi al vetturale Gandolfo, da consegnare al magazzino del signor Lorenzo Strocco, che dovrà farglielo pervenire a casa. Si augura un periodo di pace, di modo che suo figlio Onesto possa tornare in patria. Il vino di arancio da lui prodotto è stato premiato a Parigi e l’aceto ha avuto una menzione onorevole.
Lettera inviata da Toirano (Sv) il 3 dicembre 1855, in cui Garassini porge a Moris gli auguri per il nuovo anno e lo ringrazia per aver raccomandato il proprio figlio Armando al cavaliere Rocci. L’altro figlio, Onesto, si trova da alcuni mesi in Crimea. Il gelo straordinario della settimana passata ha fatto morire gli alberi di limone e le arance. Con i frutti farà dell’ottimo aceto; quest’anno con i frutti di varie specie di agrumi spera di fare un vino andante. Invia i saluti al cavaliere Peveraro e al marchese Alfieri.
Lettera, mancante della località di invio, dell’8 maggio 1847. Nella lettera è specificato il programma del corso di Diritto Commerciale. Successivamente viene espresso un giudizio sul profitto di tre allievi, Demaria, Montaloi (?) e Pugnani.
Lettera inviata da Torino l’8 agosto 1886. Gallo è incerto sul da farsi, avendogli il signor Giacosa chiesto notizie della domanda da lui fatta al consigliere Sella. Quest’ultimo non è attualmente a Torino e Giacosa ha urgenza di conoscere la risposta, poiché se la domanda non venisse accolta, sarebbe costretto a lasciare Torino.
Lettera inviata da Morano (Al) il 19 gennaio 1860, in cui Gallo annuncia di ritardare la ripresa del lavoro, non essendosi ancora del tutto ristabilito. Prega Moris di avvertire il successore del ministro Casati, dimessosi da pochissimo tempo, e il suo segretario generale cavaliere Fava.
Lettera inviata da Finale Borgo (Sv) il 16 maggio 1840, in cui il figlio di Giorgio Gallesio, Giovanni Battista, fornisce particolari circa il trasporto a Torino da Finale di tronchi di palma e di arancio.
Lettera inviata da Finale (Sv) l’1 dicembre 1831, in cui Gallesio comunica a Moris di avergli spedito il suo opuscoletto Teoria della riproduzione vegetale; invierà quanto prima anche il Trattato sul Fico. In entrambi è possibile comprendere di quale nuova teoria si tratti. Consiglia a Moris di leggere anche quanto ha scritto sul mutismo di alcuni frutti e le note, che specifica, sulla Pomona Italiana. Gallesio è seccato con i francesi, specie con Sageret e Turpin, che ostacolano la sua teoria, che invece è stata accettata di buon grado dagli inglesi. Desiderebbe avere una piantina di Citrus hispida: la si potrebbe chiedere a Colla. Invia i saluti a Carena e a Molineri.
Lettera inviata dalla segreteria della Société botanique de France da Parigi, in cui si ricorda che alla tesoreria non risulta pagata la quota annuale di iscrizione. Si avverte Moris che, se non provvederà in breve tempo, verrà estromesso dalla società.
Lettera senza data e località di invio. Fossati, incoraggiato dal vescovo di Pinerolo monsignore Renaldi e dal cavaliere Ghiringhello, prega Moris di appoggiare la sua domanda per essere nominato economo presso il Senato.
Lettera inviata da Cagliari il 5 dicembre 1844. Floris ringrazia Moris delle attenzioni che gli ha dedicato durante il suo soggiorno a Torino. Al ritorno a Cagliari, purtroppo non ha trovato risposta alla richiesta fatta ai suoi superiori, il presidente cavalier Riberi e il conte Manara. Prega Moris di sollecitare tali persone.