Lettera inviata da Clermont-Ferrand il 31 agosto 1863, in cui Lecoq ringrazia Moris per il dono di Flora Sardoa e si congratula per la cura e la coscienza con cui è stata allestita l’opera.
Lettera senza data e località di invio. Decaisne ha consigliato allo scrivente di rivolgersi a Moris per il suo problema. La moglie di Leblanc si è recata a Torino per affari di famiglia; si è ammalata e prega il marito di raggiungerla con i suoi cinque figli. Leblanc arriva a Chambéry, dove trova la moglie; però è senza documenti e senza passaporto, e pertanto non può rientrare a Parigi, data la severità con cui il governo tratta gli stranieri [è’ il periodo in cui si decide l’annessione alla Francia della Savoia e del Nizzardo]. Gli servirebbe uno scritto di qualche persona influente, che dichiarasse la sua estraneità a qualsiasi interesse politico, al fine di consentirgli normali spostamenti nel territorio francese.
Lettera inviata da Torino il 18 agosto 1858. Leblanc è a Torino per chiedere un’udienza a Vittorio Emanuele II. Il re è però partito per la campagna, per cui viene lasciato a Moris l’incarico di fargli avere le due lettere scritte, una prima e una dopo la partenza del re, di cui acclude copia. Il motivo della richiesta [espresso in termini molto vaghi, chiarito però nella lettera n. 174.1] riguarda calunnie circolanti sul conto dello scrivente.
Lettera inviata da Cherbourg il 24 novembre 1861. Lo scrivente possiede un erbario ricco di piante dell’Europa settentrionale, ma scarso di piante italiane. Propone a Moris uno scambio con piante della Sardegna, con etichetta autografa. Le Jolis offre anche crittogame, soprattutto alghe marine.
Lettera inviata da Roanne (Loire) il 24 aprile 1842. Laurent fa notare a Moris che il latore della lettera precedente aveva da lui avuto assicurazione che avrebbe risposto. Sinora non è arrivata l’informazione richiesta. Dalla persona che ha portato la lettera ha saputo che Moris, a voce, aveva parlato di un conte vicino a Torino, di un principe di Firenze e di un orticoltore di Milano. Prega Moris di mandargli gli indirizzi.
Lettera inviata da Roanne (Loire) il 6 gennaio 1842. Lo scrivente è orticoltore dilettante, cui interessano però soltanto le piante più belle; in particolare è affezionato alle camelie. Si serve per le sementi da orticoltori belgi, i cui costi però sono eccessivi. Vorrebbe sapere da Moris l’indirizzo di qualche vivaista italiano competente e onesto.
Lettera inviata da Ieni Koj (Costantinopoli) il 12 dicembre 1855. Lo scrivente è in zona di guerra e non riesce ad avere notizie sull’andamento delle cose. Moris, da Torino, potrebbe informarlo. Lanza è preoccupato per la famiglia, che non vede da otto mesi.
Lettera inviata da Torino l’11 giugno 1849, in cui Lanza comunica a Moris che, essendo stato nominato nella Commissione sui fatti dell’ultima guerra, non potrà per qualche tempo partecipare alle riunioni della Commissione sull’Istruzione, di cui Moris è presidente.
Lettera inviata da Silvano d’Orba il 2 marzo, senza indicazione dell’anno. Come accaduto nell’anno precedente, Lanza spedisce a Moris un omaggio del suo vino.
Lettera inviata il 4 settembre. Lanza fa avere a Moris alcuni grappoli di uva: non si tratta di un regalo, ma di un assaggio. Ha patito per una malattia della vite e spera che l’anno seguente sia migliore.
Lettera inviata da Silvano d’Orba (Al) il 5 luglio 1849. Lanza, per motivi di lavoro, non è riuscito a venire a trovare Moris. Lo ringrazia per l’interessamento riservato a suo figlio, nel cercare di farlo entrare in qualche ospedale, evitandogli di tornare in luoghi dove il valore della medicina non è riconosciuto.