Lettera inviata da Liegi il 21 maggio 1843. Tramite Vaudenteen de Jehay, segretario d’ambasciata, lo scrivente ringrazia Moris per i semi ricevuti, che sono ben germinati, e il volume Florula Caprariae, che gli ha ricordato De Notaris e la sua gentile accoglienza a Genova. Desidererebbe avere la pubblicazione sulle Nostochinee di Meneghini. Morren si lamenta del troppo tempo che deve impiegare per il corso di Agricoltura, cui è poco interessato, tralasciando la Botanica. Il barone Vaudensteen de Jehay ha portato 500 germogli di Gurance [dovrebbe essere un tipo di the], di cui vengono descritte le caratteristiche, proveniente da Andrinopoli [Adrianopoli], che Morren vorrebbe introdurre nelle coltivazioni locali. Si sta anche occupando della riproduzione di piante di vaniglia. Farà avere a Moris un volume di Teresa Targioni Tozzetti, cui ha collaborato.
Lettera (in lingua francese) inviata da Liegi l’ 8 febbraio 1843, in cui lo scrivente ringrazia dei semi ricevuti per l’orto di Liegi, tuttora in allestimento. Ha tenuto l’orazione funebre di De Candolle, socio dell’Accademia belga, e ricorda come Moris l’abbia degnamente commemorato alla riunione degli scienziati di Firenze. Sta terminando il secondo volume su Dodonoea. Invia i saluti a Saluzzo (Cesare), Genè, Sismonda (Angelo), Gazzera, Cibrario e Bonafous (Matthieu).
Lettera inviata da Torino l’11 ottobre 1857. Moris è ancora in campagna a Villarbasse (To) e lo scrivente gli manda questa lettera per avvertirlo che la Nobile signora Maria de Cattanj lo ha incaricato di consegnargli alcune alghe e di fargli avere una sua lettera. Morpurgo, editore di un Annuario Popolare Dalmatico, in cui scrivono penne celebri, prima fra tutte quella del signor Tommaseo, chiede a Moris se è possibile fargli avere qualche manoscritto dell’illustre dalmata cavaliere Paravia, che Moris stesso possiede. Morpurgo prega Moris, nel caso non avesse tempo di rispondergli mentre è ancora a Torino, di fargli avere la risposta per mezzo dell’Unione Tipografica Editrice, diretta dal signor Pomba.
Lettera inviata da Coire (CH) il 16 gennaio 1848. Moritzi ha lasciato Soleure per andare a Coire, suo paese natale. La generale crisi finanziaria ostacola la pubblicazione di Lexicon botanicum. Pensa di fare litografare il manoscritto e di stamparne alcune copie. Chiede se Bonafous ha pubblicato l’opera sul riso. E’ interessato, perché ha fornito all’India un articolo sul cereale, accompagnato da vari tipi di semi di riso.
Lettera inviata da Soleure (CH) il 10 novembre 1846. Lo scrivente ringrazia Moris per avergli mandato i nomi volgari delle piante di Flora Sardoa. Osserva che molti non hanno analogia con la lingua italiana ed ipotizza che potrebbero avere origine fenicia. Moritzi dice che sarà presto in grado di offrire nuove piante di Giava inviate da Zollinger. Segue un estratto conto per il museo di Torino.
Lettera inviata da Soleure (CH) il 4 ottobre 1846. De Candolle ha riferito a Moritzi che Moris è interessato ad avere il suo Lexicon botanicum per il museo di Torino. Lo scrivente ritiene che il libro possa interessare a molti altri, a condizione che vi siano riportati i nomi volgari di Flora Sardoa, che stoltamente ha omesso. Sarà però facile rimediare alla lacuna. Il Lexicon potrebbe essere affidato per la vendita a librai di vari paesi e scambiato con qualche opera importante, come la Flora Sardoa o l’opera di Bonafous sul mais. Moritzi prega Moris di fornirgli l’indirizzo di qualche libraio di Torino. Ha ancora ricevuto da Zollinger tre serie di piante di Giava molto ben conservate. Ricorda a Moris che il museo è debitore di 208 franchi a Zollinger.
Lettera inviata da Soleure (CH) il 5 dicembre 1844. Lo scrivente ringrazia Moris per avere mandato, tramite De Candolle, 200 franchi da parte dell’Orto Botanico di Torino. Dovrebbero presto arrivare altre piante di Giava, che ritiene sarebbero utili a Moris per completare la collezione. Segue un estratto conto e la ricevuta dei 200 franchi.
Lettera inviata da Torino il 3 novembre 1861 ad un “collega” per dirgli che, nonostante il prossimo inizio dell’anno accademico, può ritardare il rientro, poiché il corso di Botanica è posto nel secondo semestre. Potrà così curare a dovere i disturbi intestinali di cui soffre da tempo.
Lettera inviata da Villarbasse (To) l’11 ottobre 1861 ad un “professore” non identificabile, di cui il senatore Matteucci ha fatto avere a Moris due lavori, che ha molto apprezzato. L’argomento riguarda considerazioni sull’utilità dell’insegnante, che saranno certo molto utili al dibattito parlamentare sulla riforma degli studi.
Lettera inviata da Torino il 7 dicembre 1859 al “signor Barone”, in cui Moris ringrazia per le piante ricevute. Ha pronto un pacco avuto da Bubani, da spedire a Timbal-Lagrave.
Lettera inviata da Parigi il 22 agosto 1846. Moris invia a “eccellenza vostra” il primo e più importante stampato relativo all’ordinamento della scuola di Farmacia, per un disguido non presente nella precedente spedizione. Prega di restituirlo direttamente al professore Gaultier di Chambéry, che gentilmente glielo ha procurato: non se ne trovano più copie. Moris è stato a Londra a consultare l’erbario di Linneo. Le strutture inglesi sono migliori di quelle di Francia: l’orto di Kew ha ben 23 serre. Lo zoo di Londra ha il doppio degli animali rispetto a Parigi. Ha incontrato monsignor Losana. Ha nostalgia della famiglia.
Lettera inviata da Parigi il 3 agosto 1846 [non è noto il destinatario]. Moris descrive in dettaglio quali saranno le nuove regole nel piano di studi del corso di Farmacia, cui peraltro dedica alcune critiche. Moris è in partenza per Londra, dove consulterà l’erbario di Linneo. Ai primi di settembre partirà per Genova
Lettera inviata da Parigi il 26 luglio 1846. Moris ringrazia Delponte per le notizie sul viaggio di Lisa e per l’andamento dei lavori all’Orto Botanico. In una delle due nuove serre potranno essere messe orchidee di cui l’orto torinese è privo. E’ partita da Parigi la cassa di piante annunciata nella lettera precedente. Spera che Lisa gli mandi piante alpine da scambiare a Parigi con piante locali.
Lettera inviata da Parigi il 19 luglio 1846 a Delponte. Moris ringrazia Delponte delle cure che presta, in sua assenza, all’Orto Botanico. Ha consultato l’erbario di Desfontaines (Flora Atlantica); molte attribuzioni sono errate. Ha iniziato a consultare quello di Webb, di cui ha determinato le Amentaceae, ed ora sta esaminando le infinite specie di Genista descritte da Spach. Passerà infine all’erbario di Gay e a quello di Delessert. Spedirà una cassa di piante, in parte donategli dal Jardin des plantes e in parte acquistate da Cels. Invia i saluti a Giusta, a Manhefeldt, Battista e Lisa.
Lettera inviata da Parigi l’ 8 luglio 1846 a Delponte. Moris ringrazia Delponte per l’invio di piante a De Candolle e per l’attenzione prestata ai lavori in corso all’Orto Botanico di Torino. Sta consultando l’erbario di Flora Atlantica. Vedrà in seguito quelli di Webb e di Gay e la biblioteca di Delessert. Jussieu è stato contento della traduzione eseguita da Delponte dei suoi elementi. Manda i saluti a Giusta, a Manhefeldt, a Lisa, se non è ancora partito e a Battista.
Lettera inviata da Torino il 19 luglio 1864 a un "molto reverendo signore” non identificabile, che gli ha mandato alcune sue opere, che trattano del rapporto dei vegetali con ossigeno e anidride carbonica. Moris si congratula con il destinatario della lettera, anche per la sua bravura ad improvvisare versi, in alcuni dei quali è stato ricordato il suo nome.
Lettera inviata da Torino il 3 novembre 1841. Moris deve avere ricevuto l’offerta di trasferimento a Firenze e in termini garbati rifiuta l’invito. Stima molto i professori locali e il direttore Antinori. Però è molto legato al re Carlo Alberto, alla regina e ai numerosi amici di Torino, in particolare al duca di Genova, da lui ammaestrato nella Botanica.