Lettera inviata da Genova il 25 gennaio 1840. De Notaris possiede una serie di cataloghi di semi (Torino, Padova, Lipsia, Bologna, Pisa), però non sa se riuscirà mai a seminarli. Non gli è ancora stato consegnato ufficialmente il giardino. Purtroppo si continuano nel giardino lavori che dovranno essere rifatti completamente. De Notaris ha ricevuto da Kunze una lettera, dove gli comunica con la massima segretezza, di essere stato nominato socio dell’Accademia locale, assieme a Moris, Genè e Meneghini.
Lettera inviata da Genova il 14 gennaio 1840. De Notaris ha ricevuto da Moris un regalo, una lettera di Reuter e l’elenco dei semi del giardino di Torino. Spedirà presto la Medicago di Roffavier e i ritratti di Balbis datigli da Aunier. E’ dispiaciuto della malattia di Genè, che ritiene molto grave, perché facilmente soggetta a recidive. Sarebbe bene avvertire gli amici, in primis il marchese Spinola. Viviani è sempre “più pazzo” e De Notaris non riesce a consegnargli la Florula Caprariae. Il capitano Menabrea gli ha consegnato una memoria sulla densità della terra, che gli è del tutto incomprensibile. Sono iniziate le lezioni, che gli pesano molto. Per quanto riguarda l’orto, De Notaris si lamenta che il presidente non ha capito la differenza esistente tra un giardino e un orto botanico; per di più i giardinieri sono al servizio di tutti, persino dei bidelli. Casaretto, se sa che lo scrivente è a Genova, certamente non manderà più né piante né semi.
Lettera inviata da Genova il 5 gennaio 1840. L’ alloggio di De Notaris si sta popolando delle cose essenziali. Dovrebbero essergli consegnate presto le chiavi del giardino. Il lavoro preparatorio da fare è molto, per cui non sa se gli rimarranno quattrini per piante e vasi, dopo avere pagato i giornalieri. Le serre sono mal costruite e impraticabili. Roffavier ha mandato a De Notaris una Medicago da trasmettere a Moris e Aunier ha inviato tre ritratti di Balbis, sempre da consegnare a Moris.
Lettera inviata da Genova il 24 dicembre 1839. De Notaris ha preso possesso dell’alloggio, dove però al momento sono presenti solo i letti. Le sua richiesta alla R. Deputazione di concedergli una modifica dell’orario delle lezioni è stata rifiutata. Il tumore alla gamba si è risolto.
Lettera inviata da Genova il 19 dicembre 1839. De Notaris ringrazia Moris di avergli mandato il volume Sylloge. Lo informa che il tumore che lo affligge, dopo essere diventato grosso come una cipolla, è andato in suppurazione e si è aperto all’esterno, recandogli notevole sollievo. Vorrebbe iniziare il lavori nell’orto. Dopo avere dissodato, avrebbe intenzione di sistemare le specie mediterranee, però il preside della deputazione gli ha suggerito di coltivare le varietà di Citrus, Ficus ecc. del Gallesio. Si tratta però di persona che spreca i soldi in cose di nessuna utilità, perché “non se ne intende un cavolo”. Sulla lettera è presente uno schizzo di alcuni particolari della pianta dell’orto. Invia i saluti a Lisa e vorrebbe sapere notizie di Bonnaz.
Lettera inviata da Genova il 3 dicembre 1839, in cui De Notaris manifesta la sua irritazione perché non gli si vuole affidare la completa responsabilità dell’organizzazione dell’erbario, che è possibile solo affrontando i problemi nel loro insieme. Porterà a Viviani una copia di Florula Caprariae con i saluti di Moris. Desidera un’altra copia di Sylloge Florae Neapolitanae di Tenore, poiché pensa di trovare acquirenti. Sua Maestà [Carlo Alberto] ha visitato la biblioteca, il museo zoologico e l’Orto Botanico dell’Università. De Notaris si è tenuto in disparte per evitare gli sfuggisse qualche commento inopportuno.
Lettera inviata da Cagliari l’ 11 dicembre 1834. De Notaris manda a Moris una piantina, che ritiene Diplotaxis viminea, chiedendo un suo parere. Elenca parecchie piante non comuni che ha trovato vicino a Cagliari. Ha conosciuto il signor Meloni, che purtroppo trascura troppo la Botanica. L’indomani partiranno per Iglesias, dove spera di trovare muschi interessanti.
Lettera inviata da Vercelli il 4 febbraio 1856. Lo scrivente prega Moris di aiutarlo affinché venga accettata la sua domanda al ministero della Pubblica Istruzione, di cui acclude copia [mancante]. Lo prega di appoggiare la domanda direttamente o tramite il conte Alfieri di Sostegno, presidente del Senato. Accluso alla lettera vi è uno scritto di raccomandazione di un parroco di Vercelli, la cui firma è illeggibile.
Lettera intestata “Ministero degli Affari Esteri”, inviata da Torino il 24 marzo 1855. Negri comunica a Moris che il signor Brun-Roller, commerciante di avorio residente a Kartoom, desidererebbe portare in Egitto sementi di piante alimentari. Si rivolgerà a lui per avere consigli.
Lettera inviata da Occhieppo Superiore (Bi) il 15 settembre 1854, in cui Negri prega Moris di segnalarlo al cavaliere Fava, ispettore generale della Pubblica Istruzione, al fine di fargli ottenere la cattedra di Lettere a Porta Nuova.
Lettera intestata “Ministero degli Affari Esteri”, inviata da Torino il primo di settembre 1859, in cui lo scrivente comunica a Moris che la spedizione di piante di vite ad Ava [Birmania] non è probabilmente ben riuscita. Viene riportato un passo della lettera spedita l’11 giugno 1859 dal missionario Abbona, il quale racconta che la cassetta con i tralci di vite, che sarebbe dovuta arrivare all’inizio di aprile, è arrivata solo da pochi giorni. Le piante sono deteriorate e teme che seccheranno tutte.
Lettera inviata da Chioggia il 16 febbraio 1831, in cui lo scrivente ringrazia Moris per avergli inviato il diploma di socio corrispendente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Gli spedisce una copia di Flora Veneta per Colla. Purtroppo non ha più copie dell’Algologia Adriatica per l’Accademia. Spedisce una seconda copia di Flora Veneta, da fare avere all’Accademia di Genova, di cui ambirebbe fare parte. Qualsiasi spedizione potrà essere indirizzata al negoziante Domenico Vianello, presso il caffè Pedrocchi di Padova. Anche il direttore delle diligenze e messaggerie, Francesco Lupi, è avvertito. Al pacco può essere accluso uno scritto, sfuggendo così alla posta, che è molto costosa.