Lettera inviata da Firenze il 29 gennaio 1852. Parlatore restituisce a Moris il catalogo dei semi su cui ha segnato quelli desiderati. Lo invita a mandare in fretta l’elenco delle piante vive che desidera, in modo da poterlo servire per primo. Segue un elenco di generi di piante grasse che desidererebbe avere.
Lettera inviata da Parigi il 22 dicembre 1841. L’amicizia è come una pianta che va curata, ed è per questo che Parlatore rinnova il suo affetto a Moris mandandogli gli auguri di fine anno. Manda a Moris una copia stampata del discorso presentato a Firenze. Da un suo amico di Napoli, segretario del ministro degli Interni e amico di Tenore, Parlatore ha saputo che Leopoldo II sta cercando un botanico per la direzione dell’erbario di Firenze. La scelta era caduta su Moris, ma il Re del Piemonte, Vittorio Emanuele II, non ha voluto che lasciasse Torino. Savi non vuole lasciare Pisa, perché preferisce stare con il padre. Tenore avrebbe fatto il nome di Parlatore, il quale sarebbe felicissimo della nomina.
Lettera inviata da Parigi il 7 novembre 1841. Parlatore esprime a Moris il suo affetto e la sua riconoscenza. Approva la decisione di Moris di avere intitolato un genere al professor Ridolfi. Il professor Blainville gli farà avere gli atti del congresso di Firenze. Parlatore a Londra ha esaminato gli erbari di Linneo, di Smith, di Banks e di R. Brown. Specialmente con quello di Linneo, si è chiarito molte idee sulle Graminacee.
Lettera inviata da Parigi il 27 ottobre 1841. Parlatore ha saputo dai giornali parigini che la sua proposta al Congresso degli Scienziati di Firenze è stata accolta. Sarà all’estero per tutto l’inverno. Prega Moris di informarlo sui particolari del Congresso.
Lettera inviata da Parigi l’ 8 settembre 1841. Parlatore è di partenza per Londra, dove si fermerà sino a fine mese. Le piante che Moretti e De Visiani gli hanno preparato possono essere consegnate a Targioni.
Lettera inviata da Parigi il 2 settembre 1841. Purtroppo Parlatore non riuscirà ad andare a Firenze al congresso. Alla presente lettera, consegnata a Moris dal Professore Targioni Tozzetti, è accluso un discorso che vorrebbe presentare al congresso; vorrebbe però che prima Moris lo leggesse, apportando le correzioni che ritenesse opportune. Prega Moris di tenere segreto il contenuto sino alla lettura [si tratta della proposta di Parlatore al 3° Congresso degli Scienziati di Firenze di istituire un Museo di Storia Naturale, proposta accolta con entusiasmo dai partecipanti e dal Granduca Leopoldo II]. Sarebbe utile informare solamente Bertoloni e Moretti, affinché appoggino la sua proposta al Granduca di Toscana. Inoltre chiede a Moris di consegnare una lettera alla famiglia Morelli, che l’ha gentilmente accolto durante un suo soggiorno a Firenze. Tineo ha ottenuto la proroga per il soggiorno estero di Parlatore, che ha deciso di andare a Londra e poi tornare a Parigi. Il celebre barone Von Humboldt vorrebbe condurlo con sè a Berlino; ha anche scritto a Napoli al ministro chiedendogli di sostituire per Parlatore la cattedra di Anatomia con quella di Botanica. Ha terminato per Webb il lavoro sulle Graminacee delle Canarie. Studiando una graminacea inviata dal povero Bertero a Guillemin, ha indivuato un nuovo genere. La salute di De Candolle è notevolmente peggiorata.
Lettera inviata da Firenze il 20 novembre 1849. Parlatore manda a Moris il suo trattato sul colera di Palermo, che la moglie gli aveva richiesto. La signora non deve badare allo stile, perché in quegli anni Parlatore era abituato alla lingua del Trecento ed imitava il modo di scrivere di Boccaccio, senza però imitarlo nei pregi. Prega la signora, quando avrà terminata la lettura, di prestare il libro alla signora Tecofila Blachier, che glielo aveva chiesto. Purtroppo non ne ha un’altra copia.
Questa lettera, inviata da Ginevra il 17 agosto 1849, è indirizzata a Benedetto Castiglia [vedi lettere n. 254.44 e 254.45], con cui Parlatore si congratula per avere raggiunto il suo scopo. Tramite Castiglia, ha ricevuto da Firenze uno scritto della signora Palagi, la dama di compagnia della Granduchessa, la cui seconda figlia Cristina è gravemente afflitta da un male che in Sicilia è volgarmente detto febbre nervosa maligna [la principessa morì poco dopo di febbre tifoidea]. Parlatore partirà presto per Losanna e Bex e poi, attraverso il Gran S. Bernardo, arriverà ad Aosta e infine a Torino, dove spera di incontrare gli amici.
Lettera inviata da Courmayeur l’ 8 agosto 1849. Parlatore ringrazia Moris per la lettera datagli per il signor Bich, il quale gliene ha fornita un’altra per il dottor Favre, che gli ha trovato una buona guida. Il viaggio è stato buono. Ha già compiuto un’escursione sul monte Crammont. L’ indomani partirà per l’Allée Blanche e per Chamonix, per salire al Monte Bianco.
Lettera inviata da Firenze il 19 luglio 1849. Parlatore entro fine mese verrà a Torino per intraprendere la sua escursione al Gran S. Bernardo e al Monte Bianco [l’escursione è descritta da Parlatore in forma epistolare, Viaggio alla Catena del Monte Bianco e al Gran San Bernardo eseguito nell’ agosto del 1849, pubblicato a Firenze l’anno seguente]. E’ fornito di abbigliamento pesante e della strumentazione necessaria. Occorrerà mettersi d’accordo con l’osservatorio di Torino per i rilevamenti barometrici e termometrici, da eseguire nelle medesime ore. Porterà con sé anche il Koch. Seguono numerose osservazioni su piante della Corsica che Parlatore porterà a Torino per Moris. Saluti a Castiglia ed a Delponte.
Lettera inviata da Firenze il 2 luglio 1849. Parlatore raccomanda a Moris un suo amico, Benedetto Castiglia, che spera di occupare a Torino la cattedra di Filosofia rimasta vacante. Ha insegnato Eloquenza latina a Palermo, dove è magistrato; è deputato al Parlamento di Sicilia. Entro il mese, Parlatore ritiene di potere venire a Torino.
Lettera inviata da Firenze il 22 febbraio 1849. Parlatore fa avere a Moris i semi che Requien ha mandato dalla Corsica. Gli raccomanda il latore della lettera, signor Borghetti. Parlatore invia a Moris il catalogo dei semi, unitamente al proprio, con segnati quelli desiderati. A Firenze c’ è rischio di guerra civile.
Lettera inviata da Firenze il 5 gennaio 1849. Parlatore si scusa con Moris per non avergli mandato a tempo gli auguri di fine anno. E’ stato afflitto da disturbi nervosi importanti, che gli hanno impedito di fare fronte a qualsiasi impegno. Le notizie del fratello non sono molto buone: la sua salute fisica è buona, però ha il divieto assoluto di scrivere. Esorta Moris a riguardarsi e lo ringrazia dell’accoglienza riservata al primo fascicolo della Flora Italiana. Per continuare l’opera, aspetta che torni un po’ di luce nel presente periodo di tenebre e caos. Al momento sta lavorando con Webb per descrivere le famiglie delle piante della Flora Aethiopica-aegyptiaca, da pubblicare sul Giornale Botanico. Webb, Meneghini e Bubani salutano Moris. Meneghini avrà quasi sicuramente la cattedra di Geologia a Pisa. Bubani ringrazia Moris per le piante sarde che gli ha promesso. Parlatore invierà presto il catalogo dei semi e chiede a Moris di mandargli il suo, assieme all’elenco delle piante vive che desidera. Gradirebbe avere da lui piante della Nuova Olanda.
Lettera inviata da Milano il 4 novembre 1847. Parlatore è stato assalito da febbre violenta durante il viaggio verso Torino, per cui ha dovuto fermarsi per tre giorni a Bologna. Arriverà a Torino e alloggerà da Feder: potrà finalmente abbracciare Moris.
Lettera inviata da Parigi il 16 agosto 1841. Parlatore non ha ancora ricevuto risposta riguardo la proroga del suo congedo. E’ indeciso se andare a Londra per consultare l’erbario di Linneo, oppure a Firenze per il congresso e per vedere molti suoi amici. Non gli è possibile fare entrambe le cose, perché Webb l’ha invitato a occuparsi delle Graminacee delle Canarie e lui ci tiene a inserire un nome italiano in un lavoro di Webb e Montagne. Invierà a Moris una memoria sul genere Fumaria, su cui vorrebbe conoscere il parere. A Parigi Tenore ha consultato gli erbari di Desfontaines e di Gaudin e si è molto impratichito sulle Graminacee; su quelle europee vorrebbe scrivere una monografia. A Parigi la sua salute sinora è stata buona e tutte le persone sono state gentili con lui. E’ stato iscritto alla Société Philomatique de Paris. Ringrazia Moris delle piante che gli ha riservato e che potrebbe ritirare a Firenze, se Moris parteciperà al congresso. Lo assicura che al ritorno a Palermo gli farà avere tutte le piante da lui raccolte in Sicilia.
Lettera inviata da Firenze il 16 novembre 1847. Parlatore ringrazia Moris per la concessione di consultare l’erbario di Allioni. Requien ha preso nota dell’Alkanna e della Myosotis che interessano a Moris. Venendo a Torino, Parlatore porterà un esemplare della Nonea lutea di Hyères e la Linaria pallida di Tenore, però senza frutti.
Lettera inviata da Firenze l’8 novembre 1847. Parlatore ha ricevuto le bottiglie di arnica [vedi lettera n. 254.35] e vorrebbe saperne il costo. Probabilmente verrà a Torino, perché prima di stampare il primo volume di Anatomia Comparata delle piante, vorrebbe consultare gli erbari di Allioni, di Moris e altri conservati al Valentino. La cosa è abbastanza urgente, perché il 2 dicembre iniziano le lezioni. Inoltre al ritorno ha intenzione di fermarsi a Genova per esaminare l’erbario di Viviani. Requien è a Firenze e saluta Moris.
Lettera inviata da Firenze il 14 ottobre 1847. Parlatore ringrazia Moris per avere ricevuto le tre bottiglie di tintura di arnica [vedi lettera n. 254.35]; vorrebbe però conoscerne il prezzo. E’ spiacente di non averlo potuto abbracciare al Congresso degli Scienziati di Venezia. Spera di potere venire a Torino nelle vacanze di Natale o di Carnevale. Parlatore spera di cominciare la stampa della Flora Italiana; è gradevolmente sorpreso della collaborazione dei botanici italiani, che gli hanno inviato moltissimo materiale. Elenca le opere di Allioni, Bellardi, Balbis, Biroli e Re, che chiede in prestito a Moris. Vorrebbe acquistarle, perché sono tra le poche opere della flora italiana che non possiede.