Lettera inviata da Pisa il 7 maggio 1855. Savi è preoccupato perché non ha notizie del manoscritto della contessa Fiorini speditogli a marzo tramite il cavaliere Vincenzo Ricasoli, ufficiale dell’armata di Sua Maestà il Re di Sardegna. Vuole da Moris un cenno, perché teme che sia andato disperso.
Lettera inviata da Pisa il 27 marzo 1855. Approfittando del cavaliere Vincenzo Ricasoli, Savi fa avere a Moris il manoscritto della contessa Fiorini Mazzanti. Lo prega di leggerlo e, se lo ritiene opportuno, inviarlo all’Accademia per la valutazione. Se il lavoro fosse rifiutato, Savi prega Moris di scrivergli due righe con alcune frasi di giustificazione, possibilmente senza criticare l’aspetto scientifico, per non urtare troppo l’amor proprio dell’autrice, peraltro meritevole di tutti i riguardi per le sue qualità e per il suo sapere.
Lettera inviata da Pisa il 5 febbraio 1855. Savi attende da Roma la memoria della contessa Fiorini, per poterne meglio valutare il contenuto. Per ora può dire soltanto che tale memoria contiene la descrizione dei Nostoc e che queste alghe non debbono essere separate di Collema. Savi chiede a Moris di fargli avere i semi senza spese di posta, poiché le finanze dello stato sono sempre più compromesse.
Lettera inviata da Pisa l’ 8 gennaio 1855. Savi chiede a Moris se sia possibile pubblicare sugli Atti dell’Accademia di Torino una memoria sui Nostoc, scritta dalla contessa Fiorini Mazzanti di Roma.
Lettera inviata da Pisa il 4 gennaio 1853. Savi ringrazia Moris per il catalogo dei semi raccolti nel 1852. Moris, quando gli invierà il materiale richiesto, potrebbe mandare a Pisa anche i semi richiesti da Firenze. Ciò per risparmiare, poiché al museo fiorentino sono state tolte 1000 lire della dotazione, a causa delle ristrettezze economiche. Savi chiede a Moris se l’Accademia torinese pubblica anche lavori di non soci: un suo amico, il dottor Adolfo Targioni Tozzetti, figlio del professor Antonio, vorrebbe pubblicare una sua memoria sull’organogenesi delle piante. Se ciò fosse possibile, vorrebbe sapere a chi indirizzare il manoscritto.
Lettera senza data e località di invio. Il bollo postale è “Pisa, 28 agosto 1844”. Savi comunica a Moris la morte dell’amatissimo padre [avvenuta il 28-04-1844] e del suocero. Lo ringrazia per avergli mandato il secondo volume di Flora Sardoa, che gli è di estrema utilità per l’accurata descrizione delle piante. Savi è succeduto al padre nell’impiego. Nel post scriptum Savi chiede a Moris se ha ricevuto un pacco che Ferdinando Rosellini doveva consegnargli, pacco destinato al signor Alberto Gatti, impiegato al Regio Ministero di Guerra.
Lettera inviata da Pisa il 23 dicembre 1843. Savi manda a Moris il catalogo dei semi e si augura che le sue richieste siano numerose, per consentirgli di essere abbondante con le proprie. Savi farà consegnare a De Notaris, assieme ad una memoria di Mirbel, un pacco di piante secche a lui indirizzate da Soyer-Willemet di Nancy. Quest’ultimo ha incaricato Savi di fargli avere il materiale che Moris dovesse inviargli.
Lettera inviata da Pisa il 14 gennaio 1834. Moris ha chiesto a Savi quante sono le piante della Toscana. Valutandone il numero dagli erbari di Babbo [il padre Gaetano], di Raddi, di Targioni, del fratello Paolo, degli amici e del proprio, ne ha rinvenute 1835. Le isole e la parte inferiore della Maremma sono però state poco esplorate e perciò Savi ritiene che se ne possano aggiungere altre 200. Anela il momento di leggere il saggio di Moris sulla Geografia Botanica della Sardegna e i primi fascicoli della sua Flora Sardoa. La salute della Saluzzo è assai migliorata. Savi ringrazia Moris per avergli fatto conoscere una così brava persona. Ringrazia altresì, unitamente al padre, delle piante che Moris ha inviato.
Lettera inviata da Pisa il 13 febbraio 1837. Savi spera che Moris abbia ricevuto la sua risposta sui fagioli, assieme all’elenco dei semi desiderati. A Genova i corrieri si incaricano solo più di recapitare lettere e pertanto ha spedito a Burdin una piccola cassetta con i semi richiesti da Moris, il quale dovrebbe occuparsi del ritiro. D’ ora in poi Moris potrebbe spedirgli i semi via mare, indirizzandoli a Giovanni Cozzini a Livorno.
Lettera inviata da Pisa il 4 aprile 1835. La lettera accompagna la spedizione del Trattato degli alberi, delle due Centurie e di un certo numero di semi.
Lettera inviata da Pisa il 19 marzo 1835. Savi ha messo a disposizione di Moris una copia del suo Trattato degli alberi della Toscana. Purtroppo ha una sola copia delle due Centurie, che potrà mandargli, se gli interessano, con preghiera di restituzione. Chiede a Moris come possa eventualmente spedirgliele.
Lettera inviata da Pisa il 6 gennaio 1835. Savi e il figlio Paolo segnalano a Moris il signor Girolamo Guidoni di Vernazza, amante di storia naturale, chiedendogli se è possibile inserirlo presso il Ministero in un ruolo a lui congeniale. Savi ha inviato a Carena un lavoretto del figlio Pietro e il catalogo dei semi. Prega Moris di ricordarlo alla contessa Saluzzo. Da fine dicembre sovente a Pisa la temperatura è sotto lo zero. Savi, con i figli Paolo, Pietro e le figliole, saluta Moris.
Lettera inviata da Pisa l’ 1 ottobre 1832. Savi prega Moris di favorire l’osservazione di tutto ciò che spetta alle cose naturali al figlio Pietro quando verrà a Torino. Potrà anche occuparsi di eventuali scambi di piante vive.
Lettera inviata da Pisa il 24 gennaio 1832. Savi ringrazia Moris del catalogo dei semi e acclude un elenco dei desiderata. Si dichiara disponibile a cedere esemplari dell’erbario di Pisa, a patto che siano doppi. Si compiace dell’acquisto dell’erbario Balbis e chiede, se possibile, di avere qualche doppione, specie di piante esotiche.
Breve appunto inviato da Pisa il 24 febbraio 1840. Savi prega Moris di pagare alla casa Burdin Maggiore i 21 franchi che ha ritirato per suo conto da Burnier e David. La lettera è sottoscritta “Per quietanza, Burdin Maggiore”.
Lettera inviata da Pisa il 17 gennaio 1840. Savi chiede a Moris il parere su alcune piante raccolte. Riferisce che parecchi scienziati italiani avrebbero intenzione di preparare un Giornale Scientifico Italiano, con memorie e incisioni, da stampare a Firenze, data la sua posizione centrale in Italia. Savi si augura che Moris sia favorevole al progetto. Restituisce a Moris due fascicoli di Bentham avuti in prestito, tra le cui pagine ha inserito alcune piante. Lo prega di sollecitare al pagamento di 21 franchi a Burnier e David, mercanti di piante in Torino, per i semi che a loro sono stato fatti avere. Invia i saluti al cavalier Carena. In un P.S. Pietro Savi, figlio di Gaetano, saluta Moris.
Lettera inviata da Pisa il 6 luglio 1839. Savi comunica a Moris che il cavaliere Carena gli ha recapitato l’involucro da lui speditogli. Carena andrà poi a Volterra, Siena e Firenze. Il figlio di Savi, Pietro, partirà per compiere escursioni botaniche. Farà parte della propria pubblicazione al cavaliere Amici, assieme alla memoria di De Notaris che Moris gli ha trasmessa. Savi lo ringrazia per le piante che gli ha mandato. Spera di vederlo a ottobre a Pisa, dove potrà scegliere le piante secche e vive di suo gradimento. Lo ringrazia della Flora di Capraia.