Lettera inviata da Padova il 19 giugno 1843. La sezione botanica di Padova ha deliberato di fondare un Giornale Botanico Italiano, ritenuto assai necessario e della cui mancanza gli stranieri ci rimproverano. Si sta studiando il progetto e De Visiani ne è il relatore. In quanto tale, ne invia a Moris una copia, su cui vuole sentire osservazioni e suggerimenti. Per quanto riguarda Flora Dalmata si atterrà al suo consiglio [vedi lettera n. 378.14].
Lettera inviata da Padova il 6 febbraio 1843. De Visiani informa Moris che la sua flora è dedicata all’Imperatore. Contenendo però l’illustrazione botanica di un paese quasi ignoto alla scienza, sarebbe opportuno diffonderne la conoscenza. Avrebbe pertanto intenzione, dopo avere chiesto il consenso alle autorità, di farne omaggio al Re di Sardegna. Vorrebbe sapere da Moris se la cosa è opportuna.
Lettera inviata da Padova il 27 ottobre 1842. Tramite il cavalier Paravia, De Visiani, assieme ai suoi saluti, manda a Moris il primo volume della sua Flora Dalmata, purtroppo non paragonabile a Flora Sardoa. Data la lontananza di Lipsia [dove Flora Dalmata è stata pubblicata] da Padova, l’opera è piena di errori tipografici. Vorrebbe avere da Moris saggi consigli per il secondo volume. Aspetta che Boissier ritorni dal suo viaggio in Grecia per spedirne uno anche a lui.
Lettera inviata da Padova l’ 11 dicembre 1841. Lo scrivente ringrazia Moris dell’invio degli estratti del suo lavoro e dei semi. Zanardini lo ringrazia per avere ricevuto gli estratti della sua memoria e il diploma dell’Accademia delle Scienze. De Visiani possiede gli Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino sino al 1828 e gli interesserebbero quelli usciti successivamente. Desidera conoscerne il costo, a meno che esista la possibilità di scambio con altri libri. Saluti a Colla, Delponte e Lisa.
Lettera inviata da Padova il 24 ottobre 1841, in cui De Visiani si dichiara spiaciuto di non avere potuto partecipare al Congresso degli Scienziati di Firenze, però ha avuto da Meneghini buone notizie sulla salute di Moris. Segnala alcune correzioni da apportare alle tavole del suo lavoro. Spera che anche la memoria del professore Zanardini sia sotto il torchio.
Lettera inviata da Padova l’ 1 settembre 1841, in cui lo scrivente raccomanda a Moris un suo buon amico, l’abate professor Vettorazzo, che verrà a Torino per veder le cose notevoli della città.
Lettera inviata da Padova il 25 gennaio 1840. De Visiani ringrazia Moris del catalogo dei semi e fa un lungo elenco dei desiderata. Spera di potere ricambiare. Moris, per motivi di salute, non è andato al Congresso degli Scienziati di Pisa [settembre 1839] e De Visiani se ne rammarica, anche perché avrebbe desiderato conoscerlo di persona. De Visiani desidererebbe avere Flora Sardoa nel modo più economico possibile, eventualmente con scambio di libri o di esemplari di piante.
Lettera inviata da Padova il 30 maggio 1848. Sono mesi che De Visiani non riceve lettere di Moris ed è preoccupato, data anche la situazione di guerra in cui si trova il Piemente. E’ però tranquillo sulla sua salute, avendo recentemente ricevuto buone notizie da Paravia. Secondo De Visiani non lascia dubbi la votazione per l’aggregazione immediata della Lombardia e di Venezia al Piemonte. Venezia però vuole attendere che la guerra sia finita.
Lettera inviata il 5 luglio 1847 da località non specificata. Lo scrivente chiede a Moris di riverire il professor Gussone e di sottoporgli due quesiti. Innanzitutto vuole sapere se l’innesto del pistacchio sul lentisco è riuscito e quali sono le modalità tecniche dell’innesto. Su queste ultime si è informato nella piccola piantagione del principe Petrulla nei pressi di Palermo, visitata in compagnia del signor Giuseppe Ingenga, senza ricevere precise informazioni. Il secondo quesito riguarda la secrezione di manna da parte del frassino. Gussone ha sostenuto che sia Fraxinus ornus che F. rotundifolia la producono. Però lo scrivente non è riuscito ad ottenerla, pur avendo inciso l’albero di F. ornus secondo le modalità classiche.
Lettera inviata da Grenoble il 26 febbraio 1853. Verlot ringrazia Moris che gli ha mandato i semi per il giardino botanico di Grenoble; assieme ai semi ha ricevuto esemplari di Daphne cneorum dei dintorni di Torino. Alla lettera acclude i semi che Moris ha richiesto. Gradirebbe avere un esemplare dell’Arabis pedemontana descritta da Boissier.
Lettera inviata da Refrancore [At] il 25 maggio 1851. Lo scrivente informa Moris che manderà il suo amico dottor Gallo a ritirare le talee. Oltre a quelle di pelargoni, gradirebbe averne altre di salvia, di fuchsia e di lobelia. Gli piacerebbe ancora avere una piccola pianta abbarbicata di Acacia farnesiana. Ringrazia Moris e spera di poterlo fare personalmente quando verrà a Torino.
Lettera inviata da Ginevra il 2 maggio 1842. Lo scrivente, memore delle dimostrazioni di affetto riservate da Moris al padre [Jean Pierre Etienne], si rivolge a Moris per un favore. Il signor Mirabaud e il signor Puerari, rispettivamente cognato e nipote di Vaucher, proprietari di una fabbrica di zucchero di barbabietola presso Bonneville, rischiano di essere vittime della malafede dei loro soci. La causa intentata contro tali soci a Ginevra ha dato loro torto ed i titolari vorrebbero che la sentenza fosse ritenuta esecutiva anche in Savoia. Vaucher desidererebbe sapere quale sia la prassi migliore per presentare una petizione a Sua Maestà. Moris potrebbe eventualmente rivolgersi al marchese della Marmora, di cui è stato primo scudiere di servizio a Chambéry.
Lettera inviata da Ginevra il 22 marzo 1841. Lo scrivente annuncia a Moris l’invio delle tavole dell’opera paterna [vedi lettera n. 371 ter.1] e lo prega di farle pervenire anche a Sua Maestà Carlo Alberto e all’Accademia delle Scienze. Chiede a Moris di diffondere la notizia, al fine di sapere se qualcuno ne fosse interessato.