Lettera inviata da Padova il 28 settembre 1861. De Visiani approfitta del viaggio a Torino della baronessa Bertolini, sua “figlioccia e comare”, per fare avere a Moris due sue pubblicazioni. Chiede a Moris di facilitare alla signora la visita dei pubblici stabilimenti e degli edifici regi. De Visiani ha saputo che Moris ha dato al signor Ball un certo numero di piante sarde e piemontesi; anche lui avrebbe piacere di averne, desiderando arricchire il suo erbario.
Lettera inviata da Padova l’ 8 agosto 1860. De Visiani informa nuovamente Moris come fare avere a Venezia il volume di Flora Sardoa. Il modo migliore è indirizzarlo al signor G. Curioni, segretario del Reale Istituto Lombardo, che si incaricherà di farlo pervenire all’Istituto di Venezia. I libri di Francia e Inghilterra giungono con questo mezzo, senza rischio di smarrimento. Ha confrontato il carpello del Ranunculus inviatogli da Moris con quelli mandati da Tenore e da Gasparrini, ma ritiene che non appartengano alla stessa specie. De Visiani chiede a Moris se riesce a procurargli il Tesoro di Brunetto Latini.
Lettera inviata da Padova l’ 11 dicembre 1840. De Visiani è contento che Moris abbia approvato la stesura dei verbali del Congresso degli Scienziati. E’ seccato dell’acre commento di Bertoloni sulle sue osservazioni su Satureja montana di Linneo, anche perché si è basato esclusivamente sul sommario del lavoro, senza avere letto in extenso il testo stampato negli Atti del congresso pisano. De Visiani attende un cenno di Moris per spedire tavole e testo del lavoro sulle alghe adriatiche del dottor Zanardini, che dovrebbe essere pubblicato sugli Atti dell’Accademia torinese. Invia saluti a Colla, Delponte, Lisa e al cavalier Genè.
Lettera inviata da Padova il 19 giugno 1860. De Visiani approfitta della gentilezza di una delle più amabili dame padovane, la contessa Lucrezia Dolfin, per mandare a Moris i suoi saluti ed avvertirlo che è in attesa dei volumi di Flora Sardoa. Desidererebbe avere un esemplare di Ranunculus brutius di Tenore, per confrontarlo con una specie affine.
Lettera inviata da Padova il 26 maggio 1860. De Visiani comunica a Moris l’indirizzo esatto dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, cui inviare il volume terzo di Flora Sardoa. De Visiani vorrebbe studiare un carpello ben maturo di Ranunculus brutius. Vorrebbe acquisire, se gli riesce di averlo, il libbricino del Tesoro.
Lettera inviata da Padova il 14 dicembre 1859. De Visiani vuole combinare l’acquisto di Flora Sardoa, non per la biblioteca di Padova che non compera opere di Botanica, perché esiste la Biblioteca dell’Orto Botanico che ha già ricevuto in dono l’opera di Moris, ma per l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia. De Visiani ringrazia Moris che gli ha offerto piante doppie della Sardegna e del Piemonte.
Lettera inviata da Padova il 27 maggio 1858. Tramite l’amico Marini, De Visiani fa avere a Moris tre suoi opuscoletti, uno per lui e gli altri per De Notaris e il cavalier Paleocapa. Gli manda anche l’elenco delle piante moltiplicate, affinché scelga quelle che gli interessano. Chiede se la stampa della Flora terziaria di Novale è completata. Saluti al cavalier E. Sismonda.
Lettera inviata da Padova l’ 8 febbraio 1858. De Visiani coglie l’occasione della richiesta di alcuni semi per porgere a Moris i suoi saluti e gli propone uno scambio di piante moltiplicate [si intendono piante coltivate in numerosi esemplari].
Lettera inviata da Padova il 9 marzo 1857. De Visiani fa avere a Moris con piacere la Phelypaea lavandulacea da lui richiesta; egli stesso per primo in Flora Dalmatica ha chiamato con tale nome la Orobanche lavandulacea di Rchb., nome che Reuter ha attribuito alla pianta nel volume XI di Prodromus di De Candolle solo parecchi mesi dopo, alla fine del 1847. De Visiani ringrazia Moris per avergli promesso, tramite la contessa Golfin, venuta a visitare l’orto torinese, una raccolta di piante alpine. E’ arrivata la stagione per ricevere le piante e De Visiani fa un breve elenco di quelle desiderate.
Lettera inviata da Padova il 28 gennaio 1857. De Visiani approfitta di un amico per fare avere a Moris questa lettera, accompagnata da una memoria sulle piante dell’Orto Botanico di Padova. Gli manderà presto il catalogo dei semi e restituirà quello di Torino su cui ha segnato i semi da lui desiderati. De Visiani ringrazia Moris per l’aiuto avuto per la stampa di Flora fossile di Novale.
Lettera inviata da Padova il 6 marzo 1856. Purtroppo mancano a De Visiani le tre specie del genere Micromeria richiestegli da Moris. Probabilmente è facile ottenerle da Parlatore, dall’erbario Webb. De Visiani chiede a Moris di procurargli tre libri:
Walter Thomas, Flora Caroliniana, Lond. 1788, in 8°
Fée Antoine Laurent, Commentaires sur la botanique et la matière médicale de Pline, Paris, 1833;
Fée Antoine Laurent, Flore de Virgile, Paris, 1822.
Lettera inviata da Padova il 28 novembre 1855. De Visiani è impaziente di vedere stampato il terzo volume di Flora Sardoa. Massalongo ha ricevuto l’importo del primo volume sui licheni; consiglia di fargli avere la somma tramite De Notaris. Lo stesso Massalongo vorrebbe che Moris lo mettesse al corrente dei suoi licheni sardi, poiché avrebbe intenzione di redigere un trattato sulla lichenologia italiana. De Visiani ha accolto con piacere la notizia che Flora Sardoa sarà pronta il prossimo anno.
Lettera inviata da Padova il 19 dicembre 1854. De Visiani dice a Moris che lui e Massalongo accettano la decisione definitiva dell’Accademia di limitare il numero delle figure del loro lavoro. De Visiani ribadisce la richiesta di nominare Massalongo socio corrispendente dell’Accademia torinese. Restituisce a Moris il catalogo dei semi, annotando quelli desiderati. “Buone feste e buon anno!”.
Lettera inviata da Padova il 9 dicembre 1854. Visiani prega Moris di avvisarlo immediatamente, non appena sia in possesso delle decisioni definitive dell’Accademia. In tale occasione Moris dovrà dargli notizie sulla sua salute e sullo stato di Flora Sardoa. De Visiani sta allestendo un supplemento a Flora Dalmatica. Chiede anche notizie della famiglia Colla, delle collezioni del “caro vecchio Luigi” e del dottor Clementi, suo vecchio allievo, che dovrebbe essere professore a Torino.
Lettera inviata da Padova l’ 1 settembre 1854. Nella speranza che il lavoro di cui si parla nelle lettere precedenti venga accolto dall’Accademia, con la pubblicazione di tutte le figure, De Visiani accetta di attendere il parere definitivo che verrà dopo le ferie. Ribadisce che è disposto a pagare l’eventuale spesa che gli verrà richiesta.
Lettera inviata da Padova il 14 agosto 1854. De Visiani dice che Massalongo non è assolutamente d’accordo nell’eliminare alcune figure del lavoro sulla Flora fossile di Novale, poiché ognuna di esse è fondamentale per la comprensione del testo. Si fa infatti continuo riferimento a una pubblicazione di sei mesi prima sulla Gazzetta Botanica di Ratisbona Synopsis plantarum florae tertiariae Novalensis e ad altre opere. Seguono in dettaglio altre osservazioni. Si potrebbe ridurre la superficie delle figure per occupare meno spazio. Gli autori potrebbero contribuire alle maggiori spese di pubblicazione. In caso di rifiuto da parte dell’Accademia, De Visiani chiede gli siano restituiti il testo e le tavole.
Lettera inviata da Padova il 12 agosto 1854. De Visiani ringrazia Moris per avergli comunicato che l’Accademia ha accettato il suo lavoro; spera venga pubblicato con sollecitudine. Ne vorrebbe avere 50 o 60 copie. E’ alquanto dispiaciuto che l’Accademia abbia molto ridotto il numero delle figure. Ripete gli elogi del suo collaboratore Massalongo [vedi lettera n. 378.32] e prega nuovamente Moris di proporlo come socio corrispondente dell’Accademia. Si tratta di persona sommamente meritevole e già appartiene alla Società dei Quaranta di Modena.
Lettera inviata da Padova il 5 agosto 1854. De Visiani non ha più ricevuto notizie circa la pubblicazione del lavoro sulla Flora di Novale. Prega Moris di fargli conoscere le decisioni definitive.