- IT ORTOUT MORIS Corr. Tulasne, 362
- Unità archivistica
- 1845 - 1857
Parte diOrto botanico
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Payer successore di Gaudichaud a Parigi.
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Lettera inviata da Parigi il 28 dicembre 1854. Parlatore descrive alcuni particolari di piante dell’erbario di Desfontaines (Rumex, Euphorbia, Parietaria), che Moris gli aveva chiesto di controllare. A Parigi nella sezione botanica dell’Accademia delle Scienze vi è stata discussione per la successione di Gaudichaud. Brongniart e Tulasne parteggiavano per Duchartre, mentre Montagne e Moquin-Tandon sostenevano Payer, che ottenne una maggioranza straordinaria. Parlatore aspetta sempre da Londra una risposta sollecita [si tratta probabilmente dell’eredità di Webb].
Pubblicazione sui Discomiceti.
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Lettera inviata da Genova il 27 dicembre 1863. De Notaris ha dovuto lavorare indefessamente per riuscire a consegnare alla stampatore il suo lavoro, prima della comparsa del secondo volume della lussureggiante Carpologia Fungorum dei Tulasne. Il lavoro di De Notaris sulla nuova classificazione dei Discomiceti è in stampa per il quinto numero del Commentario. Il ministro Amari l’ha invitato ad accettare la carica di Rettore. Ha acconsentito, anche se non è portato alle riunioni ufficiali e agli impegni burocratici. De Notaris si rallegra del fatto che Moris sia in buona salute e che si stia occupando del quarto volume di Flora Sardoa. Nell’ultima seduta della Società Italiana delle Scienze De Notaris ha votato per Scacchi, pensando che sarebbe stato più facile nominare Parlatore nella prossima riunione.
Scarso numero di studenti a Genova.
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Lettera inviata da Genova il 29 giugno 1860. I campioni inviati da Moris sono di Puccinia graminis e Uredo linearis, che secondo Tulasne non sarebbero che modi di essere di una medesima individualità. De Notaris sbrigherà rapidamente gli esami, dato che gli studenti sono soltanto una dozzina. E’ ridicolo mantenere queste Università, dove si corre il rischio che il numero degli impiegati sia maggiore di quello degli studenti. De Notaris continua a tribolare per i denti. Da Pasqua ne ha “abbandonati quattro alla tenaglia”. Teme di rimanere quanto prima “senza peristomio” [termine scientifico che indica, nei vegetali e in taluni animali, il tessuto che circonda un’apertura; in questo caso si allude ovviamente ai denti].