Lettera inviata dal Valentino [sede dell’Orto Botanico di Torino] il 7 maggio 1838. De Notaris nella lettera fornisce a Moris notizie sul suo stato di salute. Una “insignificante stiracchiatura” lo ha immobilizzato; in più gli è ritornata la tosse. Non vuole che Moris si disturbi nel venire a fargli visita. In mattinata ha attraversato il giardino, sostenuto da Lisa e da Giusta. Dovrà fornirsi di strumenti per non stancare il piede. Ringrazia Moris di avergli fatto avere i muschi mandati da Savi, scelti tra quelli citati dal padre nel Botanicon Etruscum. Vi è stato un equivoco con il libraio Meisner, cui porrà rimedio Cesati. Costretto al riposo, De Notaris sta leggendo alcune opere di Raspail, di cui elenca pregi e difetti.
Lettera inviata da Pisa il 14 gennaio 1834. Moris ha chiesto a Savi quante sono le piante della Toscana. Valutandone il numero dagli erbari di Babbo [il padre Gaetano], di Raddi, di Targioni, del fratello Paolo, degli amici e del proprio, ne ha rinvenute 1835. Le isole e la parte inferiore della Maremma sono però state poco esplorate e perciò Savi ritiene che se ne possano aggiungere altre 200. Anela il momento di leggere il saggio di Moris sulla Geografia Botanica della Sardegna e i primi fascicoli della sua Flora Sardoa. La salute della Saluzzo è assai migliorata. Savi ringrazia Moris per avergli fatto conoscere una così brava persona. Ringrazia altresì, unitamente al padre, delle piante che Moris ha inviato.
Lettera senza data e località di invio. Il bollo postale è “Pisa, 28 agosto 1844”. Savi comunica a Moris la morte dell’amatissimo padre [avvenuta il 28-04-1844] e del suocero. Lo ringrazia per avergli mandato il secondo volume di Flora Sardoa, che gli è di estrema utilità per l’accurata descrizione delle piante. Savi è succeduto al padre nell’impiego. Nel post scriptum Savi chiede a Moris se ha ricevuto un pacco che Ferdinando Rosellini doveva consegnargli, pacco destinato al signor Alberto Gatti, impiegato al Regio Ministero di Guerra.
Lettera inviata da Pisa il 19 maggio 1840. Savi espone a Moris le sue incertezze su una specie di Illecebrum trovato all’isola d’Elba. E’ spiaciuto che sull’ultimo volume degli Atti dell’Accademia delle Scienze di Torino non sia stata inserita la sua memoria sugli organismi microscopici degli strobili delle conifere. Per non essere preceduto da altri studiosi, vorrebbe pubblicare l’articolo su altra rivista. Prega Moris di fargli sapere se la cosa potrebbe essere ritenuta sconveniente. E’ prossimo ad uscire il nuovo giornale scientifico.
Lettera inviata da Pisa il 15 agosto 1842. Savi, al fine di incontrare Moris, andrà al prossimo Congresso degli Scienziati che si terrà a Padova, pur essendo così lontano dalla sua dimora. Andando a Padova, passando per Genova, sarebbe comodo per Savi fermarsi a Torino, per vedere l’erbario di Moris e il giardino. Chiede di fargli sapere se tra il 20 e la fine del mese sarà ancora a Torino. Savi ha pubblicato una nota sul Giornale Agrario di Toscana, in cui evidenzia la differenza tra Araucaria ridolfiana e A. brasiliana. Lo dimostrerà ancora meglio a Padova, avendo a disposizione uno strobilo di quest’ ultima, raccolto da Guillemin in Brasile. Invia a Moris e signora i saluti personali, del babbo e del fratello Paolo. Nel post scriptum elenca alcuni personaggi toscani che saranno presenti a Padova: Ridolfi, Antinori, Amici padre e figlio, il principe di Canino, Parlatore, Mossotti, Pilla, Lavagna e lo scrivente.