- IT ORTOUT MORIS Corr. Peveraro 262
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- 1842 - 1847
Part of Orto botanico
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Criticità del giardino di Genova.
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Lettera inviata da Genova il 20 novembre 1843. De Notaris ritirerà nell’ufficio di Bonafous le piante che Moris gli ha spedito. Gli è stato modificato l’orario delle lezioni, come da sua richiesta. Peveraro è stato a Genova ma De Notaris non è riuscito a parlargli del giardino. Tornerà alla carica con il marchese Serra. Rimanda a Moris la tavola dell’Isias, perché non sa come aggiustare “lo sconcio” del disegno. Spedirà quanto prima 10 esemplari dell’opera di Parlatore, ricevuti dall’autore.
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Lettera inviata da Genova il 21 giugno 1843. De Notaris ringrazia Moris per il sussidio che gli ha ottenuto per potere continuare le escursioni. Ringrazierà personalmente Peveraro. Il giorno seguente spedirà a Moris fiori e frutti della Tamarix african-ligustica coltivata in giardino. In serata andrà al Bisagno a cercare qualche esemplare di Kentrophyllum lanatum ben fiorito. A proposito del Cirsium acarna, De Notaris non ricorda se lo ha raccolto in Sardegna. Nei propri esemplari dovrebbe esserci sempre la scheda con epoca e località. Probabilmente è stato raccolto da Comba nella sua ultima escursione.
Necessità di aiutare Clementi.
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Lettera inviata da Genova il 6 gennaio 1852. Lo scrivente ringrazia Moris e Peveraro per avere tolto Gennari da una posizione precaria. Si stanno sgombrando le stanze del protomedicato e presto De Notaris ne verrà in possesso. De Notaris vorrebbe che Clementi fosse aiutato; dovrebbe occuparsene il signor Aporti, oppure il ministro potrebbe destinarlo direttamente ad un impiego nel museo genovese. Clementi è un esule di riguardo e andrebbe favorito.
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Lettera inviata da Genova il 16 luglio 1853. De Notaris prega Moris di chiedere a Peveraro il motivo per cui non è stato corrisposto a Gennari lo stipendio del primo trimestre. De Notaris avrà ancora esami all’inizio di agosto, potendo gli studenti differirli a quando loro accomoda. Teme di dovere passare le vacanze a Genova, a causa dello sconquasso che sta interessando l’Europa [si allude alla crisi d’ Oriente (1853-1856); nel 1854 vi sarà la guerra di Crimea]. Moris vedrà a Torino Marinetti, il quale è intenzionato a concorrere alla cattedra di Chirurgia teorico-pratica. Dovendo scegliere tra lui e Botto o altri candidati, De Notaris opterebbe per Marinetti, esperto anche di oculistica, tanto più che a Genova non esiste una sala oculistica.
Richiesta di emolumenti dovuti.
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Lettera inviata da Genova il 17 maggio 1852. De Notaris si rivolge nuovamente a Moris e a Peveraro per avere dall’Università quanto gli è dovuto.
Destinazione all’erbario delle camere del protomedicato.
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Lettera inviata da Genova il 7 marzo 1852. De Notaris, con i semi desiderati, manderà a Moris un lavoro di Gennari da presentare all’Accademia delle Scienze. Ha ricevuto il catalogo di Padova, ma non quello di Pavia. Bucco spedirà a Moris e a Peveraro piante di Ficus. Le camere del Protomedicato sono state destinate all’erbario, però vi sono dentro sedie e mobili e i pacchi delle piante sono ammucchiati e non si possono mettere in ordine.
Assegnazione dell’alloggio a De Notaris.
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Lettera inviata da Genova il 6 novembre 1849. Lo scrivente ha saputo che gli è stato assegnato dal ministro l’alloggio dell’Università. Moris gli manderà le piante doppie e verrà ricambiato con esemplari scelti sul catalogo inviatogli da De Notaris. Ricorda a Moris di interessarsi della richiesta a Peveraro di aumentare lo stipendio a Bucco. De Notaris richiederà presto un nuovo sottogiardiniere, poiché il vecchio G. B. Morando è passato a miglior vita. Propone un lavorante, nel giardino già da dieci anni, Giuseppe Canepa.
Escursioni a Trecate. Visita di Gioberti a Genova.
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Lettera inviata da Genova il 29 maggio 1848. De Notaris ha ottenuto dal sovrintendente l’autorizzazione ad anticipare le vacanze. Andrà a Trecate dopo avere ispezionato farmacie e drogherie di Genova. Spera di venire subito pagato. Trecate è zona poco fertile per i botanici: si dedicherà a carici e graminacee. La settimana precedente è stato a Genova il sommo Gioberti. Nella mattinata sono arrivati i prigionieri austriaci. De Notaris prega Moris di chiedere al cavaliere Peveraro se sono stati spediti a Bartoli i documenti che ha richiesto.
Proposta per i libri di testo.
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Lettera inviata da Genova il 24 novembre 1847, in cui lo scrivente, interpellato da S. E., fa alcune osservazioni sul nuovo regolamento. Per quanto riguarda i libri di testo è dell’opinione che sarebbe necessario aprire alle opere degli autori stranieri, piuttosto che servirsi unicamente dei testi locali, che a volte farebbero torto al paese, se oltrepassassero i confini. S.E. ha notato che De Notaris era estremanete triste e il cavaliere Peveraro gli ha spiegato il motivo; generosamente S.E. gli ha ottenuto una gratificazione straordinaria di 400 lire. De Notaris attende con impazienza l’arrivo di Parlatore, per fargli vedere alcune Glumacee che ritiene nuove. Ha somministrato alla sua ragazzina, affetta da grippe, del tartaro emetico ed ora sta meglio. L’arcivescovo ci ha invece lasciata la pelle. La città è in esultanza, non tanto per la morte dell’arcivescovo, persona ben vista da tutti, ma per la caduta del vicario generale Guala, esecrato da tutti.
Spedizione da Torino di piante per l’orto genovese. Prossima visita di Parlatore.
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Lettera inviata da Genova il 16 novembre 1847, in cui lo scrivente ringrazia Moris per le attenzioni riservate a Berti e a Panizzi. De Notaris ritiene sia opportuno rinviare a primavera la spedizione a Genova delle piante scelte a Torino, tanto più che la nuova serra non è ancora terminata. Vorrebbe segnalare a Peveraro, a Genova per l’inaugurazione, un suo vecchio collega, Bartoli, il quale vorrebbe ottenere la conferma della laurea, senza affrontare l’esame pubblico. Si rammarica che Peveraro non gli abbia concesso un sussidio; non ha più coraggio di chiedere, ma teme che dovrà limitarsi al sostentamento della famiglia e di rinunciare ai libri, alla corrispondenza e in generale a quanto riguarda la propria vita intellettuale. Verrà a Genova il professore Parlatore, per occuparsi dell’erbario Viviani.
Richiesta a Reuter della Flora di Zante
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Lettera inviata da Stresa il 23 settembre 1847. De Notaris ha trascorso 15 giorni a Stresa; andrà a Gallarate e poi a Milano per rivedere i suoi parenti. Spera che Peveraro gli ottenga il sussidio promesso; vorrebbe un riconoscimento del fatto che si occupa interamente dell’Università, senza esercitare la professione, come fanno i suoi colleghi.
Di Orobanche e Lathyrus non ha esemplari da mandare a Reuter. Moris potrebbe prestargli i suoi, con preghiera di restituzione, ricordandogli anche di spedirgli la seconda parte della Flora di Zante. De Notaris ha trovato abbondante Polypodium phegopteris, che manca in Liguria. Ha mandato a Bucco rizomi e parecchie felci; ne farà parte a Moris, che spera di rivedere presto, passando per Torino.
Assegnazione di 8.000 lire per le serre
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Lettera inviata da Genova il 13 luglio 1847. Peveraro, arrivato a Genova, gli ha fatto avere le graminacee mandategli da Moris. Con Peveraro ha incontrato il Presidente capo e con loro ha discusso del nuovo regolamento. Alcune sue proposte sono state accettate. Molti sono scontenti, ma Cristo stesso si dispererebbe se dovesse governare questa gente irrequieta e maligna. Peveraro gli ha dato le 125 lire per Bucco, che sarà di ritorno dall’Appennino la settimana seguente e gli ha detto che sono state assegnate 8.000 lire per le serre. A settembre De Notaris visiterà le spezierie di Levante.
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Lettera inviata da Genova l’8 marzo 1847. De Notaris ringrazia Moris e Peveraro per avergli spedito la regia patente del consiglierato. Manderà a Moris i semi richiesti e quelli per De Candolle, assieme ai fascicoli di Flora Neapolitana di Tenore, quando gli saranno pervenuti. Nella settimana seguente andrà ad erborizzare su per il Bisagno. Bertoloni gli ha spedito il quinto e ultimo fascicolo del tomo VI. Il botanico bolognese ha criticato numerose determinazioni di piante inviategli da De Notaris, che però non è assolutamente d’accordo e afferma che Bertoloni non riesce neppure più a distinguere i generi: “Povera Flora Italica”!
Ricerca di un nuovo giardiniere.
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Lettera inviata da Genova il 23 giugno 1845. De Notaris si è liberato di un peso: il giardiniere. Dopo una inutile richiesta di aumento di stipendio, si è dimesso. Sarebbe opportuno assumerne uno da fuori, non essendoci nel Genovesato persona adatta. Ci vorrebbe una persona fidata, come ad esempio il Battista del Valentino. Nel giardino poi è ancora presente il vecchio Morando, che De Notaris vedrebbe volentieri a riposo, perché inutile e di carattere cavilloso; è inoltre un flagello per le piante. Farà presente la situazione al marchese Canepa, il quale potrebbe riferire all’intendente Peveraro. Invia a Moris i saluti di Vérany.
Udienza presso Carlo Alberto. Moris migliore botanico italiano
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Lettera inviata da Genova il 29 novembre 1844. De Notaris è stato ricevuto da S. M. Carlo Alberto, che gli ha chiesto notizie dell’orto, del numero di piante coltivate e delle scoperte botaniche. Alla richiesta di quale fosse il migliore orto italiano, De Notaris ha risposto essere quello di Torino. Non ha osato parlare di Viviani. E’ stata graditissima la notizia delle dimissioni di monsignor Pasio. Sono venuti in visita all’orto S.E il conte Alfieri e S.E il cavaliere Desambrois, che sono stati interessati ai bisogni dell’orto. Si è discusso del nuovo ordinamento degli studi universitari. Parlatore ha chiesto a De Notaris un articolo sulla Flora di Moris. Saluti a Peveraro.
Ricerca di una croce per l’onorificenza di Patente Sovrana
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Lettera inviata da Genova l’ 11 luglio 1844, in cui De Notaris ringrazia Moris e l’ intendente generale Peveraro per la promozione ricevuta, sperando che il fatto non abbia provocato qualche “bisbiglio”. Manda a Moris la descrizione e uno schizzo del fungo, Agaricus pantherinus [di cui alla lettera 240.10]. Prega Moris di procurargli a Torino una croce dell’Ordine di Savoia, non essendo riuscito a trovarne una in tutta Genova.
Perplessità riguardo al fidanzamento proposto da Peveraro.
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Lettera inviata da Genova il 13 agosto 1840, in cui lo scrivente si dichiara molto imbarazzato nell’ esporre a Moris le proprie conclusioni nell’affare del matrimonio. Ha visto per tre volte la damigella, ma non è scattato quel sentimento che dice immediatamente se due persone potranno intendersi. Perdipiù la famiglia [nome illeggibile] è ricca e lui è un poveraccio, non in grado di permettere alla damigella abitudini e tenore di vita cui è abituata. De Notaris prega Moris di riferire le sue perplessità a Peveraro, che probabilmente è adirato per la sua decisione. Sta preparando un catalogo dei semi; deve rivederli uno per uno, dati gli imbrogli dei suoi “valorosi” giardinieri. Ha iniziato anche il catalogo delle piante dell’orto
Variazioni alla pianta dell’orto.
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Lettera inviata da Genova il 24 marzo 1840. De Notaris comunica a Moris che gli è stato concesso un finanziamento per comperare le lastre di lavagna per recingere le aiuole e altro materiale. Illustra le variazioni fatte alla pianta dell’orto. Riprende le lezioni, ma teme di non potere continuare, data la ricomparsa del dolore alla parte sinistra del torace. Il signor Ratti ha ricevuto la lettera di Peveraro ed è diventato un po’ più malleabile.
Necessità di lastre di lavagna.
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Lettera inviata da Genova il 23 febbraio 1840. La lettera del signor Peveraro al Rosso pare abbia avuto qualche effetto. A De Notaris è stata concessa un po’ più di autonomia. Chiederà subito una somma di 170 lire per assumere alcuni uomini e per acquistare le lastre di lavagna per delimitare le aiuole. Invia i saluti a Genè, Sismonda e Peveraro.