Lettera inviata da Milano il 17 dicembre 1839. Cesati, tramite il signor Bazzi, direttore della Compagnia Drammatica, invia a Moris un esemplare di Daucus hispanicus, ricevuto dal professore Kunze di Lipsia; il campione mandatogli da Endress non era ben sviluppato. Data la rarità, prega Moris di limitarsi a staccare una sola ombrella e di restituirgli il resto. Sta preparando i disegni di Rariores vel novae stirpes; ha già pressoché ultimato quelli di Prodromus umbelliferarum. Nel post scriptum Cesati annuncia la nascita dell’Istituto di scienze e arti. Tra i primi membri nominati alla Cattedra di Scienze preparatorie per Chirurghi vi sono il dottor Garavaglio per l’Università di Pavia e il dottor Meneghini per l’Università di Padova.
Lettera inviata da Genova il 31 maggio 1861. De Notaris è a conoscenza del catalogo dei licheni della Valtellina e del Lario, pubblicato dal reverendo Anzi. La pubblicazione è di vedute moderne e degna di grande encomio. I lavori pubblicati da Garovaglio sono ben poca cosa al confronto. Il signor Valerio farebbe un bel gesto facendo ottenere un premio al benemerito prete valtellinese. I preti dovrebbero appassionarsi alle Scienze naturali, per “sollevarsi dalla melma in cui strisciano come immondi batraci”. De Notaris invita Moris ad adoperarsi per fare nominare Cesati membro non residente dell’Accademia torinese ed a fargli avere la croce dell’ordine di Savoia. Non vede l’ora che arrivino le vacanze. Lo sbucare dalla galleria dei Giovi lo fa diventare un altro uomo. Non sono ancora arrivate le 2.000 lire promessegli per la pubblicazione della sua opera.
Lettera inviata da Genova il 25 dicembre 1861. De Notaris nel giorno di Natale si sente isolato con la la sua piccola famiglia e, scrivendo, gli pare di partecipare alla contentezza di Moris. Ha saputo che Gasparrini si è trasferito a Napoli. Non si potrebbe chiamare Cesati a Pavia, dove l’Orto si sta via via deteriorando? L’attuale direttore Garovaglio è un “inetto cialtrone”. Il suo forte è la bibliomania: si dice che possiede la più ricca collezione di libri botanici che vi sia in Italia [la biblioteca fu venduta nel 1884, per la somma di 24.000 lire dagli eredi, all’Università di Pavia e ivi conservata come Fondo Santo Garovaglio]. In P.S. De Notaris segnala a Moris il figlio, Roberto, del suo fratello ingegnere. Moris dovrebbe segnalare a suo fratello, alto magistrato, il ragazzo, alunno al tribunale di Milano, al fine di favorirlo in qualche modo.
Lettera inviata da Genova il 18 gennaio 1863. De Notaris ha spedito a Moris il microscopio di cui alla lettera n. 245.75. Si sente abbattuto nel fisico e nel morale: la legge Matteucci [vedi lettera 245.70] e la villania di Cesati lo hanno profondamente ferito. Vorrebbe comprare un piccolo microscopio da 200 lire, quasi “tascabile”, per poterlo portare con sé durante le escursioni. Sta lavorando per la X centuria dell’Erbario Crittogamico; successivamente darà in stampa il secondo manipolo di Musci Italici. La vendita del primo fascicolo ha reso soltanto 100 lire: i librai pagano con libri e le biblioteche non l’hanno acquistato, neppure quella dell’Università di Genova. Spera che il ministro gli dia una mano, anche perché non si sente inferiore a Garovaglio, Todaro e Giuseppe Bertoloni.
Lettera inviata da Genova il 12 maggio 1863. De Notaris ringrazia Moris per avergli mandato il rinnovo della cedola dell’eredità di sua moglie. E’ lusingato, perché probabilmente verrà nominato membro della Società Italiana delle Scienze. La società dovrebbe però meglio ponderare le nomine: ad esempio anni prima è stato nominato Massalongo, il quale, a spese di De Notaris, suscitò scalpore, pubblicando a proprio nome una teoria cha a De Notaris era costata anni di lavoro. Si lamenta nuovamente delle ingiustizie subite. Si sente umiliato per essere stato posposto ad un Garovaglio qualsiasi, che ha avuto la sfacciataggine di pubblicare le lezioni di Botanica tenute a Pavia, adatte a cuochi, ménagères, profumieri, ecc. Il giorno seguente De Notaris farà un’escursione con gli studenti e non dimenticherà di cercare il Limodorum e l’Orchis coriophora, che interessano a Moris. In un P.S. prega Moris di comunicare a Gras il numero di esemplari da inviargli, di un suo lavoro sulle Epatiche.
Lettera inviata da Genova il 4 febbraio 1864. De Notaris è rimasto di stucco nel venire a sapere che l’incarico di Rettore gli renderà solo lire 41 al mese. Se l’avesse saputo prima, avrebbe chiesto di farlo gratis! Le 41 lire non gli compensano neppure la fatica di salire due volte al giorno una scala di 130 gradini. De Notaris non si lamenterebbe se tra i professori di prima categoria ci fossero persone come Moris e Gasparrini. Però allo stesso liivello vi sono professori come Garovaglio, Bertoloni figlio, Pietro Savi e un Todaro che non ha vergogna di distribuire la serie di Flora Sicula Exsiccata zeppa di errori.