- IT ORTOUT MORIS Corr. Fiorini 126
- Unità archivistica
- 1855
Parte diOrto botanico
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Critica al lavoro della contessa Fiorini.
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Lettera inviata da Genova l’8 luglio 1855. Tramite il professore Travella, nell’ ultimo anno suo compagno di escursioni, De Notaris fa avere a Moris il manoscritto della contessa Fiorini, dicendo che il lavoro non merita l’attenzione dell’Accademia delle Scienze. Seguono ben sette facciate di osservazioni critiche sulle affermazioni della ricercatrice a proposito di un’alga e un lichene, nostor e collema.
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Lettera inviata da Mergozzo (Vb) il 30 settembre 1855. De Notaris è afflitto da mal di denti, con tumefazione della mandibola ed apostema. Invita Moris a leggere all’Accademia quanto scritto nella lettera n. 242.65, a proposito della memoria della “celebre Botanichessa” signora Fiorini. Si fermerà a Mergozzo sino a metà ottobre e poi passerà per Torino. Gennari gli ha comunicato che chiederà di essere pareggiato come stipendio all’assistente dell’Orto Botanico di Torino. De Notaris non appoggerà la domanda, perché negli ultimi tempi Gennari è diventato scortese e villano. Sarebbe piuttosto propenso a raccomandare Bucco.
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Lettera inviata da Pisa l’ 8 gennaio 1855. Savi chiede a Moris se sia possibile pubblicare sugli Atti dell’Accademia di Torino una memoria sui Nostoc, scritta dalla contessa Fiorini Mazzanti di Roma.
Manoscritto della contessa Fiorini Mazzanti.
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Lettera inviata da Pisa il 27 marzo 1855. Approfittando del cavaliere Vincenzo Ricasoli, Savi fa avere a Moris il manoscritto della contessa Fiorini Mazzanti. Lo prega di leggerlo e, se lo ritiene opportuno, inviarlo all’Accademia per la valutazione. Se il lavoro fosse rifiutato, Savi prega Moris di scrivergli due righe con alcune frasi di giustificazione, possibilmente senza criticare l’aspetto scientifico, per non urtare troppo l’amor proprio dell’autrice, peraltro meritevole di tutti i riguardi per le sue qualità e per il suo sapere.
Lavoro della contessa Elisabetta Fiorini Mazzanti.
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Lettera inviata da Pisa il 7 maggio 1855. Savi è preoccupato perché non ha notizie del manoscritto della contessa Fiorini speditogli a marzo tramite il cavaliere Vincenzo Ricasoli, ufficiale dell’armata di Sua Maestà il Re di Sardegna. Vuole da Moris un cenno, perché teme che sia andato disperso.
Lavoro della contessa Elisabetta Fiorini Mazzanti. Restituzione
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Lavoro della contessa Fiorini Mazzanti. Giudizio di Moris
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Lettera inviata da Pisa il 19 febbraio 1856. Savi è d’accordo con il giudizio di Moris sul lavoro dei Collema della contessa Elisabetta Fiorini Mazzanti, la quale non dovrebbe essersi offesa per il rifiuto, data la sua modestia e ragionevolezza. Moris potrebbe restituirgli il manoscritto, inviandolo a Parlatore assieme ai semi.
Tuber arenarium in Algeria (e in Italia?).
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Lettera inviata da Parigi il 10 giugno 1845. Lo scrivente rivolge a Moris espressioni di stima. Prega Moris di fare avere a De Notaris un piccolo garofano. Sta preparando una nota su Flore d’Algérie di Durieu e vorrebbe avere informazioni su un certo fungo sotterraneo, che costituisce la delizia degli arabi; in particolare vorrebbe paragonarlo al Tuber arenarium riportato da Moris in Elenchus, che dovrebbe essere molto simile, se non identico, a quello di Algeria. Gradirebbe avere un piccolo frammento del fungo sardo. Tulasne ha altresì ricevuto un fungo analogo dalla signora Fiorini di Roma, che lo ha raccolto a Terracina. Si parla di eventuali scambi di piante sarde e di piante brasiliane di Casaretto.