Lettera spedita da Berlino il 7 marzo 1865, in cui Ascherson dice di voler mandare a Moris le tre specie di Montia esistenti in Europa, tramite il dottore berlinese Bolle, esploratore della flora delle isole Canarie e di Capo Verde. Invia due sue pubblicazioni da fare pervenire alla R. Accademia delle Scienze e trasmette a Moris i saluti dell’illustre Braun e dell’amico Reinhardt. Chiede di restituirgli due pianticelle, tramite l’amico Cesati o il Prof. Caruel.
Lettera inviata da Bologna il 14 luglio 1841. Bertoloni annuncia la spedizione del fascicolo VI del IV tomo della Flora; invierà presto le copie rilegate per Sua Maestà e per S. E. il Ministro. Ha incaricato suo figlio a Roma di chiedere direttamente al Conte Marescalchi se è disposto a vendere i libri che interessano al Marchese di Saluzzo. Il Conte è consenziente, però i suoi incaricati di Bologna non si sono ancora fatti vivi. Bertoloni dice di aver comprato il fascicolo delle piante rare di Cesati. Spera di vedere Moris a settembre in occasione del Congresso scientifico.
Lettera inviata da Bologna il 30 luglio 1841. Bertoloni non è ancora riuscito a venire a capo dei libri di Marescalchi, il quale è “un vero imbecille” perché continua a farsi imbrogliare dai suoi agenti. Il Prof. Venturoli è disposto a cedere il volume “Battaglie fatte contro Affricani”, che Bertoloni descrive dettagliatamente [si parla delle guerre puniche]. Occorre chiedere al Cav. di Saluzzo se è disposto all’acquisto. Bertoloni prega Moris di controllare il genere Rosa nell’erbario di Allioni. Chiede il suo parere sull’ “immenso fascicolo” di Cesati e conclude: “Poveri noi se la Botanica deve progredire in questo modo!”.
Lettera inviata da Bologna il 18 maggio 1843, in cui Bertoloni dice avere urgenza di vedere gli esemplari di Delphinium. E’ stato stampato il terzo fascicolo del tomo V della Flora. Fortunatamente Baruzzi è pienamente guarito. Bertoloni ha ricevuto il primo tomo della seconda edizione della Synopsis di Gussone; vi è molto di buono, rimangono però sempre le “specie metafisiche”, ma è inutile pensare per ora che i botanici di Napoli si correggano. Risponde ai quesiti postigli da Moris su cinque piante. Vorrebbe sapere se Cesati ha pubblicato il secondo fascicolo della sua opera.
Lettera inviata da Bologna il 29 dicembre 1856, che annuncia l’invio di libri: - tomo X della Flora da mandare a Vercelli al Barone Cesati; - quattro copie in carta fina dei tomi IX e X della Flora, da consegnare alle autorità di cui alla lettera 31.7; - pacchetto per il Sig. Alphonse De Candolle a Ginevra con due copie dei fascicoli IV e V del tomo X della Flora, una per lui, l’altra per il Sig. Boissier. Bertoloni dice a Moris che si sta divertendo attorno alla Crittogamia. Gli chiede se è possibile avere un frammento di Acrostichum ilvense di Balbis.
Lettera inviata da Ginevra [CH] l’8 agosto 1860. Restituisce a Moris gli esemplari di Euphorbia, che gli sono stati molto utili. Ha pressoché concluso il suo lavoro, in cui sono descritte circa 600 specie. Si rallegra che la Saxifraga florulenta sia diventata francese, essendo la contea di Nizza passata alla Francia. Boissier prega Moris di fare avere a Cesati un biglietto accluso alla lettera, in cui chiede di poter vedere una Euphorbia del territorio milanese. Spera che De Candolle pubblichi il suo lavoro sul genere Euphorbia.
Lettera inviata da Genova il 16 maggio 1840. De Notaris si rallegra che finalmente sono state acquistate le lavagne per le aiuole. Ha anche avuto 800 lire per proseguire i lavori nel giardino. Chiederà altri semi a Parolini, Bertoloni e Savi, poiché i lombrichi hanno distrutto quelli posti in piena terra. E’ stato pesantemente insultato da Sassi, ma è riuscito a non reagire. E’ arrivata una lettera di Lisa dalla Maddalena. Il presidente ha incaricato De Notaris di scegliere alcune piante dell’erbario di Viviani da mandare a Cesati, come ringraziamento per l’aiuto fornito al defunto professore. La deputazione ha destinato un locale per tale erbario, affidandone la custodia allo stesso De Notaris. Se avesse più tempo per erborizzare, utilizzando l’erbario Viviani e le piante raccolte l’anno precedente da Cesati, potrebbe provare a stendere un catalogo delle piante della Liguria.
Lettera inviata da Genova il 3 aprile 1841. Saint Martin, proveniente da Torino, ha rassicurato De Notaris sullo stato di salute di Moris. De Notaris è contento che Moris non debba più insegnare Materia Medica, limitandosi al corso di Botanica: avrà più tempo per pensare alle sue pubblicazioni. De Notaris partirà per Milano il giorno seguente; spera di veder Balsamo e Cesati.
Lettera inviata da Genova il 23 aprile 1841. Il viaggio a Milano non ha sortito alcun effetto; forse è destino che debba rimanere celibe. Ha visto Balsamo e non Cesati. A Milano non vi sono novità di rilievo. De Notaris è scontento dei giardinieri: non sono buoni a nulla, sono smemorati e testardi e gli lasciano morire le piante più belle.
Lettera inviata dal Valentino [sede dell’Orto Botanico di Torino] il 7 maggio 1838. De Notaris nella lettera fornisce a Moris notizie sul suo stato di salute. Una “insignificante stiracchiatura” lo ha immobilizzato; in più gli è ritornata la tosse. Non vuole che Moris si disturbi nel venire a fargli visita. In mattinata ha attraversato il giardino, sostenuto da Lisa e da Giusta. Dovrà fornirsi di strumenti per non stancare il piede. Ringrazia Moris di avergli fatto avere i muschi mandati da Savi, scelti tra quelli citati dal padre nel Botanicon Etruscum. Vi è stato un equivoco con il libraio Meisner, cui porrà rimedio Cesati. Costretto al riposo, De Notaris sta leggendo alcune opere di Raspail, di cui elenca pregi e difetti.
Lettera inviata da Milano il 17 novembre 1839. De Notaris spedisce a Moris i semi di cocomero. Dirà a Cesati di sollecitare il libraio Meisner ad inviargli i volumi a lui destinati. E’ riuscito ad “agguantare” Vittadini e gli ha chiesto perché non ha risposto alla lettera di Genè e non ha accettato la proposta di Moris. Vittadini ha addotto alcune astruse ragioni, in accordo con il suo carattere selvatico. Partirà presto per Genova passando per Torino, poiché la strada di Pavia e Casteggio è stata distrutta dalle acque del Po.
Lettera inviata da Milano il 24 settembre 1845. Ha lasciato Trecate, dove la sorella era malata, per andare a Milano. De Notaris è affetto da tosse che, se non avesse 40 anni, definirebbe “convulsa”. Proverà l’oppio. Ringrazia Moris per avergli mandato il giardiniere Bucco. Tornerà a Genova passando per Torino. A Milano non ha compagnia: Balsamo e Jan sono assenti e Cesati non può venire a Milano. Farà una corsa a Monza per riverire il buon Manetti e per “beccargli”, se possibile, qualche bella pianta.
Lettera inviata da Genova il 29 dicembre 1848. De Notaris auspica che nel prossimo anno si intraprenda finalmente la via del progresso, nonostante le peripezie attuali. Vi sono intoppi per l’acquisizione della totalità del terreno necessario per l’ampliamento del giardino: è l’attuale presidente f. f., il gesuitico Grillo, ad essere contrario poiché, essendo protettore e compare della moglie dell’attuale conduttore della villa, vuole che venga assunto come giardiniere il conduttore stesso, come ha tentato di fare altre volte. De Notaris manda a Moris una pianta che Ardoino ha definito Potentilla saxifraga. Cesati verrà a Genova per collocare un figlio nel collegio di Marina. Sarebbe la persona adatta a presiedere l’Università.
Lettera inviata da Genova il 2 dicembre 1849. De Notaris ringrazia Moris del sussidio di 125 lire mandato a Bucco. Cesati è perplesso se accettare l’incarico cui Moris vorrebbe designarlo. E dire che taluni impudenti, come il dottor Bruna, senza nulla sapere di Storia Naturale, vorrebbero succedere a Casaretto dimissionario, all’insegnamento alle scuole civiche! Cesati sarebbe contento del trasferimento a Genova, da Vercelli, che è troppo vicino all’Austria; inoltre si avvicinerebbe volentieri con moglie e figlia al figlio che studia nel Regio Collegio di Marina. Per gli altri aspiranti rimarrebbero scoperti i collegi di Asti e di Vercelli; potrebbe aspirarvi meritevolmente Artesani di Milano. Anche nell’Università di Genova si potrebbe collocare qualcuno, separando la Mineralogia dalla Zoologia. De Notaris suggerirebbe Gennari, bravo giovane con difficoltà economiche. Purtroppo l’alloggio a lui destinato non gli è ancora stato consegnato.
Lettera inviata da Genova il 20 gennaio 1850. De Notaris fa alcune osservazioni di carattere generale sul nuovo piano di studi in corso di preparazione. Sempre a proposito di Gennari, ha sentito dire che il ministro dell’Istruzione e i più distinti professori sono tra i più accaniti oppositori degli esuli ed è stato fatto il nome di Giulio e di Plana. De Notaris si chiede se non si tratti piuttosto di gelosia professionale. Propone una suddivisione tra il personale del giardino delle 1300 lire destinate all’Orto botanico genovese. Per risparmiare denaro, De Notaris dice che andrebbero aboliti la “lebbra” dei Prefetti e il ridicolo ed inutile Consiglio universitario; con i risparmi si potrebbero attivare altri insegnamenti. Ci vorrebbe un uomo della tempra di Cesati!
Lettera inviata da Genova il 9 maggio 1854. Bucco si è informato sui costi del trasporto a Firenze delle piante di Araucaria [vedi lettera 242.46]. Da Genova a Livorno il costo è di 8,50 per collo, cui bisogna aggiungere le spese per i camalli, imbarco e spedizione, che preventivamente non si possono calcolare. De Notaris è però sempre del parere di affidare interamente la spedizione alla ditta Mussino di Torino. Per quanto riguarda la cattedra di Scienze Naturali a Genova, oltre a Clementi, potrebbero essere presi in considerazione Cesati e Gennari.
Lettera inviata da Genova il 10 giugno 1854. Tra poco vi sarà il concorso per la cattedra di Scienze Naturali. Clementi, Gennari e Arpesani hanno fatto domanda. I concorrenti genovesi sono tutti “svergognati impudenti che meriterebbero …. di essere frustati per le pubbliche vie per la loro sfacciataggine”. Cesati non ha voluto concorrere, per non abbandonare la sua vecchia madre. Per fortuna si sta avvicinando il termine della scuola.
Lettera inviata da Genova il 21 luglio 1854. De Notaris si recherà a Novara a visitare un suo fratello cui è stato amputato un braccio. A Genova comincia a serpeggiare il colera. Gennari potrà sostituirlo per i rimanenti sei o sette esami. Da Novara farà un salto a Milano e successivamente andrà a Intra. Spera durante le vacanze di fare qualche escursione con Cesati.
Lettera inviata da Borgosesia (Vc) il 23 luglio 1855. De Notaris ha saputo da Cesati che Moris soffre nuovamente dell’irritazione all’ occhio. Lo zio non l’ha invitato a Trobaso per le vacanze, per cui ha affittato a Borgosesia un alloggetto ammobiliato. E un paesaccio che non offre nulla di interessante dal punto di vista botanico. Purtroppo non si sente più di affrontare i monti. De Notaris ha conosciuto il dottore Ferro, compagno di scuola di Moris, cui invia i suoi saluti.