Area dell'identificazione
Codice di riferimento
Titolo
Date
- 1879-1989 (Creazione)
Livello di descrizione
Fondo
Consistenza e supporto
10 serie, 12 sottosottoserie, 23 sottoserie, 373 unità
Area del contesto
Nome del soggetto produttore
Storia istituzionale/amministrativa
L’insegnamento della Fisiologia era unito a quello di Anatomia Umana; le due discipline vennero separate sotto l’insegnamento di Luigi Rolando, che ricoprì la cattedra di Anatomia e Fisiologia Umana. Il laboratorio di Fisiologia sperimentale fu creato nel 1851, sotto la direzione del professore Secondo Berruti, e fu riorganizzato negli anni 1861-1865 grazie all’impulso dato alle facoltà scientifiche da Francesco De Sanctis, ministro della Pubblica Istruzione del neonato Stato italiano, che volle a Torino Jakob Moleschott alla cattedra di Fisiologia (1861-1879). Il laboratorio divenne ben presto un modello, anche dal punto di vista amministrativo, per gli istituti scientifici torinesi.
Nel 1894 inizia la sua attività anche il laboratorio presso la Capanna Margherita sulla Punta Gnifetti del Monte Rosa, che fu anche osservatorio di meteorologia e di fisica terrestre. Tra il 1895 e il 1902, per volontà della stessa Regina Margherita e grazie al concorso di personalità e istituzioni, vennero costruiti nuovi locali adibiti a laboratorio.
L’Istituto e il laboratorio di Fisiologia di Torino si trovavano in via Po, nei locali dell’antico convento di San Francesco da Paola; nel 1885 il Consorzio Universitario e il governo decisero la costruzione del complesso medico-scientifico dell’area del Valentino: il terzo dei quattro edifici su corso Massimo d’Azeglio comprendeva gli Istituti di Fisiologia, Patologia Generale e Farmacologia sperimentale e venne inaugurato nel 1898.
L’Istituto di Fisiologia era diviso in tre parti: aule, laboratori di esercitazioni pratiche, laboratori di ricerca, dislocati ancor oggi al primo piano dove si trova anche la Biblioteca che, per volontà di Angelo Mosso, conservava (e conserva) una sezione dei più importanti periodici scientifici italiani e internazionali a disposizione di studenti e studiosi, trattati e prestigiose pubblicazioni di anatomia, fisiologia, chimica, istologia.
Dipendevano dall’Istituto i laboratori scientifici al Col d’Olen e le attività di ricerca e sperimentazione condotte, in campi diversi della fisiologia e in collaborazione con l’Aeronautica Militare e il Ministero della Guerra, presso i laboratori di Torino e quelli dell’Istituto Mosso, e coordinate dal Centro Studi e Ricerche di Medicina Aeronautica di Torino (già Centro Sussidiario di Studi di Medicina Aeronautica già Centro Chimico Militare - Sezione di Torino) e dall’Ufficio Psico - Fisiologico dell'Aviazione - Sezione di Torino; alla fine degli anni Cinquanta era attivo presso l’Istituto di Fisiologia anche un centro di studi di Medicina sportiva, che si occupò prevalentemente di condurre osservazioni sugli atleti che avrebbero partecipato alle Olimpiadi di Roma del 1960.
Con la riforma della struttura universitaria degli anni Ottanta del Novecento l’Istituto divenne la Sezione di Fisiologia del Dipartimento di Neuroscienze.
Angelo Mosso volle conservare presso l’Istituto documenti di valore storico e scientifico, tra i quali si segnalano un manoscritto e una lettera di Lazzaro Spallanzani, donati all’Istituto dal Direttore del Museo Civico di Modena, e il tracciato originale della prima curva della pressione del sangue e del respiro di Carl Ludwig, primo esempio del metodo grafico nella Fisiologia che Mosso perfezionò.
Istituto conservatore
Storia archivistica
Modalità di acquisizione
Area del contenuto e della struttura
Ambito e contenuto
Valutazione e scarto
Incrementi
Sistema di ordinamento
La documentazione conservata all’Astut è quella prodotta dall’Istituto di Fisiologia (1879 – 1967): si tratta di corrispondenza, di carte amministrative e contabili, di studi e ricerche condotti presso i laboratori di Torino e all’Istituto Angelo Mosso al Col d’Olen.
Le carte si presentavano in cattivo, e talvolta pessimo, stato di conservazione, in quanto danneggiate dall’alluvione: cartelline incrostate dal fango, plichi di fogli irrimediabilmente incollati tra loro o con l’inchiostro sbiadito e perciò illeggibili. Dopo un lavoro di pulitura e ricostituzione di fascicoli, poiché durante lo sgombero dal deposito alluvionato si era necessariamente raccolto il materiale in modo disordinato, si è proceduto alla schedatura e quindi al riordino. Questa è la fase che ha presentato le maggiori difficoltà di intervento, nel configurare la struttura del fondo.
Nella documentazione erano presenti anche carte prodotte da Angelo Mosso (corrispondenza, attività didattiche e direttive, sperimentazioni) e carte dell’Istituto prodotte negli anni in cui il Mosso fu direttore. Diverse le possibilità di intervento: costituire un unico corpus archivistico; mantenere distinti i due fondi; integrare le carte di Mosso con quelle del Fondo Angelo Mosso conservate presso la Biblioteca di Fisiologia e, viceversa, unire alla documentazione conservata all’Astut le carte conservate nelle serie di studi e sperimentazioni e proprie dei laboratori alla Capanna Regina Margherita.
Poiché il Fondo Angelo Mosso si presentava con una fisionomia consolidata e sembrava inopportuno stravolgerne la struttura, ci si è rifatti a un criterio di riordino storico-sistematico, nel rispetto del principio della provenienza. Si è costituito un “superfondo” virtuale; le carte prodotte da Angelo Mosso e durante gli anni della sua direzione dell’Istituto di Fisiologia sono state integrate nelle serie di pertinenza del Fondo Angelo Mosso, specificando in nota alla descrizione dei fascicoli la precedente conservazione presso l’Astut; la documentazione prodotta dall’Istituto nelle sue diverse attività costituisce invece il Fondo Istituto di Fisiologia: la serie Laboratorio Scientifico Internazionale del Monte Rosa si ripete perché rispecchia due diversi momenti della vita del centro: quello della sua costruzione, organizzazione e direzione di Angelo Mosso e quello degli anni successivi, di consolidamento, ampliamento e diversificazione delle attività del centro. Il Regolamento del 1932, gli atti dei lavori ai laboratori del Col d’Olen e le pubblicazioni degli anni successivi alla morte del Mosso, avvenuta nel 1910, sono stati lasciati nel Fondo Angelo Mosso perché ivi storicamente conservate.
Il riordino specifico del fondo dell’Istituto di Fisiologia si è presentato complesso anche per altre ragioni: non era chiara la relazione tra l’Istituto di Fisiologia e il Centro di studi e Ricerche di medicina Aeronautica, né se l’Istituto Angelo Mosso fosse autonomo o dipendesse da quello di Fisiologia; le carte degli anni Trenta e fino al 1945 si presentavano con una struttura archivistica originaria, dovuta a una classificazione di protocollo in categorie e fascicoli.
Per quanto riguarda il primo problema, la lettura della corrispondenza (in particolare quella con i direttori dell’Istituto di Fisiologia) ha permesso di verificare che tutti i centri di ricerca e sperimentazione dipendevano dall’istituto di corso Raffaello, che ne coordinava le attività in collaborazione con altri enti e istituzioni (ad esempio, il Ministero della Guerra e l’Aeronautica militare, il C.O.N.I.); l’Istituto Mosso al Col d’Olen aveva una sua amministrazione che rendeva conto all’Istituto di Fisiologia.
Nel secondo caso, come si è accennato, le carte si presentavano conservate in cartelline suddivise per anno e, all’interno, le camicie contenevano la corrispondenza classificata con un numero di categoria, impropriamente definito di protocollo, e con un numero di fascicolo, che tuttavia corrisponde soltanto a un numero progressivo dato alla corrispondenza nella sua stratificazione. L’esame delle carte ha rilevato che in realtà non si tratta solo di corrispondenza ma anche di documenti con diversa funzione (carte contabili, fatture, relazioni…); la corrispondenza stessa negli anni precedenti e successivi era distinta per oggetto e competenza.
Si è pertanto deciso nuovamente di mantenere fede al principio del rispetto della struttura originaria: si è creata una sottoserie della corrispondenza con classificazione, è stato ricostruito un titolario di classificazione (consultabile a p. IX) e nella descrizione delle unità archivistiche all’interno della sottoserie sono state elencate le categorie presenti, con rimandi ad altre serie qualora esse conservino documentazione del medesimo soggetto (ad esempio, le carte di corrispondenza con la Rockfeller Foundation) per gli anni precedenti o successivi.
Area delle condizioni di accesso e uso
Condizioni di accesso
Condizioni di riproduzione
Lingua dei materiali
Scrittura dei materiali
Note sulla lingua e sulla scrittura
Caratteristiche materiali e requisiti tecnici
Strumenti di ricerca
Area dei materiali collegati
Esistenza e localizzazione degli originali
Esistenza e localizzazione di copie
Unità di descrizione collegate
Area delle note
Identificatori alternativi
Punti di accesso
Punti d'accesso per soggetto
Punti d'accesso per luogo
Punti d'accesso per nome
Punti d'accesso relativi al genere
Area di controllo della descrizione
Codice identificativo della descrizione
Codice identificativo dell'istitituto conservatore
Norme e convenzioni utilizzate
Stato
Livello di completezza
Date di creazione, revisione, cancellazione
Riordino e inventariazione a cura di Caterina Testa, 2005.
Intervento realizzato con i contributi del Ministero per i beni e le attività culturali. Soprintendenza per i beni archivistici del Piemonte e della Valle d’Aosta.
Nel gennaio 2015 l’Archivio storico dell'Ateneo ha curato la migrazione dei dati dal software Guarini Archivi alla piattaforma AtoM.