- Persona
Nel 1878 esegue calchi su cadaveri per conto dell'Istituto di Medicina legale diretto da Lombroso.
Nel 1878 esegue calchi su cadaveri per conto dell'Istituto di Medicina legale diretto da Lombroso.
Nel 1879 esegue lavori per l'Istituto di Medicina legale diretto da Cesare Lombroso
Nel 1940 fornisce l'apparecchio Dufono multiplo all'Istituto di Economia e politica agraria.
Heymans, Corneille Jean François
Fu insignito del premio Nobel per la Fisiologia o la Medicina nel 1938.
Rovasenda (di), Giuseppe, conte di Melle <1824-1913>
Giuseppe di Rovasenda, dei conti di Melle, nacque a Verzuolo (prov. di Cuneo) il 4 giugno 1824, discendente dell'antica famiglia piemontese il cui capostipite sembrerebbe essere Aimone conte di Vercelli (980).
Dopo aver avviato la carriera legale, intraprese quella diplomatica, divenendo nel 1847 segretario della legazione sarda di Costantinopoli e nel 1848 segretario del Ministero degli esteri.
Appassionato di montagna e di scalate, il 26 agosto 1863 giunse con il fratello Luigi fino in vetta al Monviso, ripetendo a soli 14 giorni di distanza l'impresa della prima spedizione italiana che ne conquistò la cima, quella guidata da Quintino Sella.
Per tutta la sua lunga vita, Giuseppe di Rovasenda si dedicò con passione all'agricoltura, con particolare interesse per la viticoltura, che divenne oggetto preferito dei suoi studi sin dal 1860.
Effettuò le sue prime ricerche nelle tenute di famiglia a Sciolze (prov. di Torino), e a Verzuolo (prov. di Cuneo), per poi acquistare un appezzamento collinare (la cosiddetta "bicocca") presso l'allora Comune di Villanovetta, ora frazione di Verzuolo, al fine di impiantarvi la coltivazione sperimentale di vitigni provenienti prima solo dal Piemonte, poi da tutta l'Italia, e da molte nazioni straniere.
La collezione di vitigni si accrebbe anno dopo anno tra il 1870 e il 1880 circa; ogni varietà coltivata venne descritta e catalogata dal Rovasenda su schede e quaderni dai quali nel 1877 estrasse il "Saggio di un'ampelografia universale", il primo volume di un'opera che, secondo i desideri dell'autore, avrebbe dovuto essere costituita da tre parti distinte, contenenti l'intero corpus dei suoi studi ampelografici, e che invece è rimasta incompleta.
Nel 1903, Giuseppe di Rovasenda, quasi ottantenne, dispose che la collezione di vitigni fosse trasportata tralcio a tralcio ad Alba presso la Reale scuola di viticoltura e di Enologia, a cui la donò insieme a tutti i suoi quaderni e appunti di studio.
Nel corso della sua vita collaborò con il Bullettino ampelografico del Ministero dell'agricoltura e con gli Annali della Reale Accademia di Agricoltura di Torino, del quale fu socio ordinario dal 1878.
Morì a Verzuolo nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 1913.
Dottore aggregato (1864)