Pasqualino di Marineo, Arcangelo
- Persona
- 1913-2001
Pasqualino di Marineo, Arcangelo
Laureato in Ingegneria, il tema è conservato nel Fondo Erba in ERBA - Temi laurea 1851-52, http://atom.unito.it/index.php/temi-per-esami-pubblici-di-laurea-in-ingegneria-idraulica-e-architettura-civile-1851-52.
Nominato dottore aggregato, vedi verbale dell'esame in SC. LETT. - Cooptatio, http://atom.unito.it/index.php/esami-di-aggregazione-al-collegio-di-belle-arti-poi-alle-facolta-di-filosofia-e-lettere-e-di-scienze-fisiche-matematiche-e-naturali
Nato a Torino il 23 luglio 1884 dal capitano Giovanni Luigi e da Carolina Galvano Chirio, frequenta il Regio Liceo Gioberti di Torino e si iscrive nel 1902 alla Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Torino, dove si laurea nel 1906. Dispone un lascito testamentario a favore della Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università per promuovere l’annua pubblicazione di una o più opere originali, con la costituzione di un fondo studi.
Laureatosi in Medicina e chirurgia il 12 novembre 1934 con il professor Giuseppe Levi, fu assistente di Anatomia Umana e poi docente per incarico a Torino fino al 1955, quando ottenne la cattedra all'Università di Bari.
Conseguì la laurea in Ingegneria idraulica il 14 luglio 1841 presentando un lavoro su un "Ponte-canale" e il 16 dicembre 1841 in Architettura civile con un progetto su un "Mulino da grano".
Nel 1853-54 è assistente alla Scuola di Analisi infinitesimale e di Calcolo differenziale e integrale. Titolare dell'insegnamento è Giovanni Plana.
Nel 1856-57 era titolare dell'insegnamento di Algebra e geometria complementare e incaricato di sostituire il professor Plana, titolare della cattedra di Analisi.
Nominato professore di Meccanica razionale con decreto ministeriale 8 marzo 1857, tenne il relativo insegnamento a decorrere dall'anno accademico 1857-58 (IT ASUT CORRISPONDENZA - Ministero 1856-60, pagg. 82-83) fino al 1890-91.
Compie gli studi classici a Pavia, dove si laurea in Medicina nel 1885. Fin dall’anno precedente è nominato aiuto alla cattedra di Istologia dell’Università di Pavia, dove rimane fino al 1886 quando si trasferisce a Messina, prima come allievo nel Laboratorio di Embriologia del professor Kleinenberg, poi come Primo Settore nell’Istituto di Anatomia Normale.
Tra il 1880 e il 1898 ricopre incarichi di insegnamento alla cattedra di Istologia, di Anatomia Umana e di Anatomia microscopica a Ferrara e Bologna; nel 1897 viene nominato professore ordinario di Anatomia Umana a Modena e l’anno successivo giunge a Torino quale successore di Carlo Giacomini alla direzione dell’Istituto di Anatomia Umana Normale, dove saprà conciliare la tradizione della scuola pavese con quella della scuola torinese. Dal 1913 e fino all’ottobre 1917 è anche Rettore dell’Università di Torino: in questi anni si prodiga nell’alimentare la coscienza patriottica all’interno degli ambienti accademici, diventando un attivo sostenitore della propaganda nazionalistica anche in veste di Presidente della Unione degli Insegnanti.
Non tralascia mai il sistematico e scrupoloso lavoro scientifico. Fin dagli anni universitari ottiene numerosi riconoscimenti e i suoi lavori gli valsero la nomina a socio di accademie scientifiche: l’Accademia Reale delle Scienze di Torino, L’Accademia Reale di Medicina di Torino, l’Accademia di Scienze Mediche e Naturali di Ferrara, la Società Medico-chirurgica di Bologna e la Società Medico-chirurgica di Bologna; diventa anche corrispondente dell’Accademia dei Lincei.
Innovativi sono stati i suoi studi sulla morfologia, per i quali si avvalse della “reazione nera” scoperta da Camillo Golgi, del quale Fusari fu aiuto negli anni degli studi a Pavia; gli studi sul cervello umano (in particolare le connessioni nervose del cervelletto) e sull’encefalo dei teleostei; sulla struttura dei centri nervosi e delle fibre nervose nelle capsule surrenali. Numerose pubblicazioni riguardano l’embriologia, l’organogenesi e la teratologia.
Adotta il metodo della microstereografia, ovvero la riproduzione fotografica di tessuti attraverso l’osservazione al microscopio, e ha lasciato all’Istituto di Anatomia Umana Normale una serie di microstereofotografie e di disegni non solo molto belli ma di alto valore scientifico. Anche la sua ricca collezione di encefali di bambini, dei quali studia il solco orbito-frontale di Carlo Giacomini, è conservata al Museo di Anatomia Umana, come le preparazioni e i procedimenti di conservazione messi a punto a scopo scientifico-didattico.
Si occupa dell’arricchimento del Museo anche dirigendo per la ditta Paravia la costruzione dei primi modelli di preparati anatomici in gesso fatti in Italia.
Numerose sono anche le sue pubblicazioni e le opere didattiche: si ricordano il Compendio di Anatomia Umana e il volume sul sistema nervoso per il Trattato collettivo italiano del Vallardi; negli ultimi anni della sua vita Fusari si dedica all’ambizioso progetto di pubblicare le sue lezioni di Anatomia Topografica, alle quali sta ancora lavorando quando la morte lo coglie il 25 marzo 1919.